“Vitigni Irpini”, enoturismo territoriale campano
Antonella Coppola e Michele Bello, due avellinesi DOCG, hanno deciso di lanciare “Vitigni Irpini” una nuova attività di enoturismo per promuovere il loro territorio, l’Irpinia.
In barba alla frase “Nemo propheta in patria”, questa coppia di sposi ha scelto di puntare fortemente sui luoghi dove sono cresciuti, nel tentativo di farli conoscere e rilanciare dopo la crisi legata alla pandemia, con lo stesso spirito con cui i loro conterranei ricostruirono l’Irpinia dopo il terribile sisma del 1980,
“Quarant’anni fa – spiega Michele – la mia gente aveva perso tutto, le case, gli affetti, il lavoro. Tuttavia, trovò la forza di reagire e ripartire. Da un punto di vista vitivinicolo, in quel periodo l’Irpinia era sul trampolino di lancio, pronta a spiccare il volo ma il terremoto resetto tutto.”
Quarant’anni dopo, è stato il Covid ha dare un secondo colpo al settore, questa volta a livello nazionale. Tuttavia, nonostante la crisi pandemica, Michele e Antonella hanno dato vita a ” Vitigni Irpini”, struttura che organizza tour enogastronomici in Irpinia alla scoperta delle cantine, della cultura e della tradizione enogastronomica del territorio.
“Girando Italia – ricorda Michele – abbiamo sempre avuto la sensazione che all’Irpinia non mancasse niente rispetto ad altre realtà di richiamo. Così, io e mia moglie abbiamo celebrato un secondo matrimonio, unendo in Vitigni irpini la mia passione per il vino alla sua ventennale attività nel settore turistico, Il primo passo lo abbiamo fatto nel 2018, iniziando a inserire sui social interviste con i proprietari di cantine. Durante il lockdown, invece di piangerci addosso, abbiamo aperto il cassetto dei sogni, realizzando una serie di pacchetti legati all’enoturismo che prevedono anche la vendita dei vini e il progetto ‘adotta una vite’.” “Adotta una vite – spiega – nasce per far conoscere il duro lavoro dietro la produzione di un vino, il percorso dalla pianta alla bottiglia. Durante l’anno, mandiamo foto e video dei vigneti a chi ha sottoscritto il progetto, facendogli vedere tutte le fasi di coltivazione e, poi, di vendemmia e produzione. Credo sia anche un buon sistema per far realizzare alla gente cosa sia davvero la qualità, spiegando la differenza fra un prodotto da pochi euro e uno dal prezzo importante.”
Da venti produttori iniziali che avevano sposato il progetto, oggi trentuno cantine sono entrate nella famiglia di Vitigni irpini: “Siamo tutti dello stesso territorio, si è creato un rapporto di fiducia che ora si è allargato anche a ristoratori, albergatori , servizi di noleggio con conducente, guide turistiche e naturalistiche. Il biglietto da visita dell’Irpinia deve essere accoglienza professionale a tutto tondo.”
“L’Irpinia – conclude Michele – è una terra autentica, genuina, piena di bellezze naturali. Le cantine, anche le più strutturate, sono aziende familiari, quando vai a visitarle aprono la porta di una casa, non di un’impresa agricola. E’ una situazione unica.”
A proposito di unicità, Michele ci lascia con un abbinamento enogastronomico del territorio: matasse (una pasta tradizionale locale) con i ceci e Fiano di Avellino.
Come sarà? Andate a trovarli e raccontatecelo.