Vinitaly 2024, le opinioni dei produttori

Chiudiamo il nostro giro di impressioni sull’edizione 2024 della kermesse veronese lasciando la parola a chi il vino lo produce e dovrebbe (usiamo il condizionale perchè non è sempre questo il caso) sfruttare la vetrina di Vinitaly per farlo conoscere agli addetti ai lavori e al pubblico dei wine lovers. Una rapida panoramica dell’Italia del vino per capire cosa funziona e cosa invece potrebbe essere migliorato.

PIETRO MONTI

Pietro Monti – Consigliere FIVI e titolare Azienda Agricola Roccasanta
“L’esperienza a Vinitaly è stata tutto sommato positiva. Abbiamo riscontrato un buon interesse soprattutto per le aziende FIVI, quindi un discorso sempre più inclusivo sul terroir, sulla territorialità, sulle produzioni verticali e meno sulle grandi produzioni. Nota positiva per il nostro padiglione, molto più accogliente e friendly. Da migliorare sicuramente la situazione della viabilità, perché comunque gli orari di entrata e uscita dalla fiera pesano molto sul traffico della città. Ho incontrato un pubblico molto interessato, anche se il costo del biglietto di ingresso per gli operatori italiani è estremamente alto rispetto agli stranieri, aspetto magari da rivalutare. Detto questo, è una manifestazione sempre positiva, viva e interessante. Sarebbe bello arricchirla sempre di più con occasioni di incontro per parlare di contenuti concreti e tematiche importanti per il mondo del vino, come abbiamo fatto in FIVI con oscarwine e il senatore Centinaio.”

CATERINA MASTELLA ALLEGRINI

Caterina Mastella Allegrini – Vice presidente e direttore Marketing & Communicazione Marilisa Allegrini, Villa Della Torre, Poggio Al Tesoro, San Polo
“L’edizione di Vinitaly 2024 è andata molto bene, in Fiera abbiamo avuto modo di incontrare molti importatori, buyer, clienti italiani e giornalisti. Presso il nostro stand, abbiamo avuto un afflusso davvero continuo di persone e questo ci ha ricompensato di tutto il lavoro di organizzazione. Per noi, è stato un momento particolarmente emozionante, dato che il nuovo gruppo – Marilisa Allegrini – presentato qualche giorno prima dell’inizio della manifestazione, ha ufficialmente debuttato a Vinitaly. Inoltre l’edizione ampliata di Vinitaly and The City, ha permesso ai wine lovers di avere uno spazio costruito e pensato solo per loro, dove i monumenti di Verona sono diventati per l’occasione un luogo per apprezzare il vino e conoscere allo stesso tempo la storia della città.”

Guido Grillo – Elios
“Le mie impressioni sono positive, è stato un Vinitaly con una buona presenza di operatori del settore, che hanno avuto un approccio positivo rispetto alle ultime annate, con l’afflusso condizionato dalla guerra in Russia e dal post Covid. Nonostante il calo delle vendite dei mesi precedenti, quest’anno si è respirata un’aria di ripresa, di voglia di continuare a lavorare e fare bene. Il mercato è cambiato, si va verso vini più freschi, si sta molto attenti alla sostenibilità anche del packaging. Nel nostro piccolo ad esempio stiamo cambiando il formato delle bottiglie, andando su prodotti più leggeri, in modo tale da abbassare i costi di produzione e di trasporto. È un Vinitaly che fa ben sperare. Le dinamiche nel mondo del vino sono sempre particolari, però i vini buoni, i vini prodotti in modo etico e rispettoso dell’ambiente avranno sempre una loro quota di mercato. Ora non resta che concretizzare gli appuntamenti e gli assaggi che abbiamo fatto.”

DAVIDE ZOPPI E GIUSEPPE AIETA

Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta – Ca’ du Ferrà
“È stato certamente il nostro miglior Vinitaly da cinque anni a questa parte. Agenda già piena di appuntamenti prima della fiera, si è arricchita ulteriormente di nuovi incontri e riconferme. Importatori, agenti e distributori, giornalisti e opinion leader hanno gremito il desk sotto la collettiva FIVI, incuriositi dal nostro racconto di Liguria contemporanea. Per noi infatti è prioritario comunicare il vino come un prodotto culturale, ricco di fascino e territorio nel quale far immergere l’ospite che ci viene a trovare. Ecco perché abbiamo voluto firmare quest’anno un nuovo codice comunicativo insieme alla nostra Enologa Graziana Grassini, che narra gli obiettivi dell’annata in chiave di riflessione culturale e manifesto di bellezza. La nostra partecipazione a Vinitaly è servita anche per rimarcare il posizionamento di Ca’ du Ferrà ed elevare il segno della presenza della Liguria sul mercato nazionale e internazionale.”

MICHELA MURATORI

Michela Muratori – Responsabile comunicazione Muratori Franciacorta
“Siamo tornati da Vinitaly con grande entusiasmo. La qualità dei nostri vini è stata riconosciuta da tutti. Abbiamo raccontato e fatto degustare ad esperti e wine lovers il nuovo millesimo della linea Cotarella, molto apprezzato nella qualità e nel gusto sia dagli esperti che dal pubblico. Anche quest’anno tanti clienti e moltissimi contatti, che andranno concretizzati nei prossimi mesi. Proprio per questo motivo il bilancio di Vinitaly preferisco rivalutarlo nel corso dell’anno, dato che per noi rappresenta il più grosso investimento in termini di marketing, sia per gli incontri commerciali che per la visibilità del marchio. Ci teniamo a farlo e continueremo ad essere presenti anche in futuro.”

Luigi Ceraudo – Brigante Vigneti & Cantina
“Se dovessi condensare le mie impressioni in una parola, direi “Attendiamo”. Ho visto un Vinitaly abbastanza interlocutorio sotto diversi aspetti, sia quello commerciale che quello gestionale. Bisogna capire se le dinamiche stanno cambiando definitivamente o se si tratta di aggiustamenti contingenti. Dal punto di vista aziendale, è andata molto bene con l’estero, mentre vedo poco spazio sul mercato interno. Abbiamo avuto buoni contatti per l’export, sia con i nostri buyer storici che per nuovi mercati dove non siamo attualmente presenti. Mi aspettavo invece qualcosa in più dall’Italia, soprattutto al nord.”

MARZIA VARVAGLIONE

Marzia Varvaglione – Presidente AGIVI e business developer e direttore marketing Varvaglione 1921
“Penso che questo sia stato un Vinitaly dedicato all’attenzione. Attenzione da parte delle aziende nei confronti dei consumatori, con un’apertura molto evidente verso le nuove generazioni, i nuovi mercati e i nuovi prodotti. L’impressione che ci siamo fatti un po’ tutti è che si sia tornati alle “vibes” del Vinitaly pre Covid, quando Verona diventava davvero il centro del mondo del vino. E tutto questo nonostante la concomitanza con la design week a Milano. Ho visto tantissima stampa, molti eventi collaterali, tanta voglia dei produttori di prender parte alle manifestazioni sia dentro che fuori la fiera. Poi nuovi argomenti, nuovi temi come il low alcol e il no alcol, tanti nuovi mercati che si affacciano al mondo del vino, come ad esempio il Nord Africa. Ho visto un ambiente che ha voglia di cambiare passo e devo riconoscere anche alle istituzioni, e in particolare al presidente Bricolo, di essere riuscite a lasciare una fortissima impronta quest’anno.”

Photo credits: ©Veronafiere-EnneviFoto

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