VEISCA, la Sicilia vuole disegnare i vigneti del futuro

Trentasei mesi di studio in campo, 8 produttori viticoli coinvolti, 4 varietà selezionate, una decina di partner. Sono alcuni dei numeri di VEISCA, il progetto promosso dalla Regione Siciliana (Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea) in collaborazione con Cantine Settesoli, azienda capofila, per disegnare strategicamente i vigneti del futuro, producendo vini di qualità, attraverso lo studio dei suoli di matrice calcarea.

Il nostro è un territorio ricco di potenzialità, lo è sempre stato – sottolinea Giuseppe Bursi, Presidente delle Cantine Settesoli – VEISCA rappresenta la prosecuzione di un lavoro fatto di dedizione e rispetto, già cominciato su areali oggetto di innovazione. Qui abbiamo studiato l’interazione migliore tra terroir e vitigno nel segno di un potenziamento delle tecniche colturali messe in campo, capaci di far fronte a problemi come siccità e stress idrico che danneggiano il suolo riducendone la qualità e aumentano la proliferazione di malattie e parassiti come la peronospora. Sono aspetti sempre più difficili da prevedere, ed è nostro dovere trovare una chiave di lettura che possa rispondere al meglio a questo momento storico”.

 

Da una parte la coltivazione di varietà autoctone, quali Grillo e Nero d’Avola, e gli internazionali Chardonnay e Syrah su suoli calcarei, che influenzano il metabolismo primario e secondario della pianta e il conseguente comportamento vegeto-produttivo, il microclima, lo stato idrico e le caratteristiche organolettiche delle uve; dall’altra i limiti biofisici, tra casualità di eventi piovosi, ondate di calore, previsioni sempre meno attendibili, e un sole a detta degli agronomi ‘arrabbiato’, con un’irradiazione di calore che si ripercuote in ogni dove.

La necessità, dunque, di scelte tattiche da adottare in tempi concreti, in funzione del terreno a servizio della viticoltura, di intuire il giusto compromesso tra osservazione del suolo e vantaggi economici nel medio e lungo periodo.

Ricercatori e produttori hanno evidenziato le differenze ottenute attraverso la vinificazione delle uve lavorate nei differenti terroir (calcareo marnoso e calcareniti giallastre), con un focus dedicato all’adozione di particolari pratiche, quali l’applicazione di reti ombreggianti, utili a preservare l’acidità delle uve, l’inerbimento temporaneo attraverso l’utilizzo di veccia e orzo, la maturazione sur lies, con effetti immediati sulla produzione.

In questi tre anni nell’areale di Menfi sono stati ottimizzati i processi produttivi in termini di sostenibilità ed efficienza; il risultato sono vini profumati e strutturati, dagli aromi e sapori più persistenti, e in ogni caso dotati di tipicità, ottenuti con l’applicazione di tecniche agronomiche che ne hanno esaltato le caratteristiche organolettiche, determinato la qualità. L’impegno del gruppo operativo non vuole tradursi unicamente nel territorio della Sicilia sudoccidentale, ma intende replicarsi in altri autentici laboratori a cielo aperto, ovvero realtà regionali ed extraregionali con caratteristiche climatiche ed enologiche simili dove tirar fuori prodotti all’altezza del consumatore moderno.

Visited 5 times, 1 visit(s) today