
Storie di donne: Francesca e Martina Paladin
Tre è il numero perfetto e a Casa Paladin ne sanno qualcosa. L’azienda di famiglia, proprietaria di tenute in Veneto, Friuli, Lombardia e Toscana, è giunta alla terza generazione e oggi vede tre cugini al “comando”: Valentino, Francesca e Martina. Nella settimana di oscarwine dedicata alle donne del vino, ci perdonerà Valentino se oggi lo lasciamo momentaneamente in panchina per parlare con le due ragazze di casa.
MARTINA E FRANCESCA PALADIN
Francesca, iniziamo con te a parlare delle vostre cantine.
“Il gruppo è nato con nostro nonno nel 1962 con Paladin, la nostra prima azienda localizzata nella parte est del Veneto, dove coltiviamo sia vitigni internazionali che autoctoni, dalla Glera al Pinot Grigio. Per quanto riguarda gli autoctoni, invece, andiamo sul Raboso. Nel 1977, ci siamo allargati al Friuli, a Sequals, dove Bosco del Merlo si estende su 70 ettari coltivati, anche questi dedicati sia a vitigni locali che internazionali.”
Martina, le altre aziende quali sono?
“Castello Bonomi è la nostra cantina in Franciacorta: ci troviamo in zona Monte Orfano, a 275 metri di altezza sul livello del mare in una zona caratteristica, dove produciamo principalmente Pino Nero, Chardonnay e l’Erbamat, un vitigno autoctono presente in poche aziende: un’uva molto famosa per la sua acidità, risalente al 1564, riscoperta nel 2000 e vendemmiata dal 2019, inserita nel disciplinare Franciacorta. I nostri vini fanno affinamenti molto lunghi, arrivando a oltre 10 anni con la nostra Riserva Lucrezia. Con Castelvecchi invece scendiamo in Toscana dove, dal 2004, produciamo Chianti Classico e Supertuscan: parliamo di una cantina nata nel 1043, una delle più antiche della zona a 600 metri sul livello del mare, con escursioni termiche straordinarie tra giorno e notte. Chiudiamo con Casa Lupo a sud del lago di Garda: Valpolicella, Amarone e Lugana.”
Francesca. Voi cugine siete responsabili dell’export di tutte le cantine del gruppo. Come vedono all’estero due donne in carriera?
“Ancora oggi, in quasi tutte le fiere o gli eventi la maggior parte dei partecipanti, che siano rappresentanti delle aziende o buyers, sono uomini. Noi, invece, rappresentiamo cantine moderne che puntano molto sulle donne: a Wine Paris eravamo io, Martina ed Erika, una nostra collega. Diciamo che siamo ancora dei casi isolati e, alla difficoltà di essere donne si aggiunge anche quella di essere giovani che, secondo alcuni, non permetterebbe di avere l’esperienza necessaria in questo lavoro. L’atteggiamento iniziale è questo, ma quando ci conoscono cambia tutto.”
Martina, tu interagisci soprattutto con l’Asia, dove la cultura è spesso patriarcale…
“Ho avuto la fortuna di incontrare persone sempre molto professionali. Considera che il fatto che presentarci con con aziende familiari, e soprattutto italiane, è un grosso vantaggio: sono entrambe immagini vincenti. Valori, territori e 60 anni di lavoro sono importanti in questi mercati; la competenza alla fine vince e il fatto di avere davanti delle donne manager sicuramente incuriosisce gli interlocutori.”
E in Italia? Essere figlie d’arte ha pregiudicato la vostra immagine? Chiedo a tutte e due.
“Capita che qualcuno possa pensare che siamo state avvantaggiate, soprattutto quando sentono che oggi siamo alla terza generazione. Però, come avviene all’estero, la percezione cambia appena si inizia a parlare di lavoro e nasce una conversazione molto più distesa. A casa non ci hanno mai posto l’obbligo di lavorare all’interno dell’azienda, lo abbiamo fatto perchè ci crediamo e perché fin da piccole abbiamo vissuto la vigna e la cantina. La passione è alla base di tutto per noi.”
Francesca, parliamo di un progetto importante sviluppato per la famiglia.
“Life in Rosè è un progetto creato con Martina nel 2018, pensato proprio per le donne. Con Bosco del Merlo devolviamo parte del ricavato di Prosecco e Pinto Grigio Rosè ad ua iniziativa mirata a supportare le donne e a promuovere uno stile di vita sano. Sosteniamo anche l’associazione Nastro Rosa per la prevenzione del tumore al seno, la Lilt Treviso, la corsa Treviso in Rosa, e offriamo un check-up gratuito alle nostre collaboratrici per il controllo dei tumori al seno: vogliamo che i nostri vini diventino ambasciatori di messaggi importanti.”
Martina vuoi aggiungere qualcosa?
“Stiamo avendo grande riscontro anche all’estero con Life in rosé, soprattutto in Messico, negli Stati Uniti e in Canada. Paga il fatto di essere molto legato all’aspetto femminile.”
Ultima domanda per entrambe: quali progetti a breve?
“Paladin festeggerà il cinquantesimo anniversario del primo premio ricevuto da uno dei nostri vini storici, il Malbech: nostro nonno è stato lungimirante, fu uno dei primi a crederci. Apriremo delle riserve storiche e faremo degustazioni dedicate; abbiamo pensato anche a un packaging speciale. Bosco del Merlo, invece, aggiungerà due nuove referenze, sempre con forte identità friulana.”
In casa Paladin non ci si annoia di certo.