Storie di donne: Danila e Manuela Lento
Nel percorso tracciato per raccontare le donne del vino, oscarwine arriva in Calabria per incontrare le sorelle Danila e Manuela Lento, rispettivamente responsabile di produzione e direttore commerciale dell’omonima azienda. Una storia di tradizione familiare ma anche di rivincita femminile in un sud che, come tutta Italia, troppo spesso ha fatto parlare di sé per il divario lavorativo e sociale tra uomini e donne.
Danila, classe ’76, originaria di Lamezia, è laureata in Marketing e Comunicazione d’azienda. Il suo tempo libero lo trascorre con i figli e i nipoti ma ha la fortuna di svolgere un lavoro che la appaga, regalandole grandi soddisfazioni. “Nella vita – racconta – pensavo di fare altro: ero iscritta a Giurisprudenza e immaginavo un futuro come avvocato o giudice. Invece, il mio percorso di studi è stato diverso e, circa 20 anni fa, già prima della laurea, ho cominciato a formarmi in azienda e fare la gavetta prima di ricoprire un ruolo di responsabilità.”
Nel suo lavoro, Danila affianca enologo e agronomo e dirige le operazioni nei vigneti e in cantina, vivendo nella quotidianità le esigenze di una realtà di produzione e di trasformazione: conosce ogni centimetro della sua azienda. “Da 15 anni sono Responsabile di Produzione: cantina e vigneti fanno capo a me. Un esempio professionale è stato quello di mia madre, in azienda già 30 anni fa; era un periodo in cui le donne non avevano ruoli decisionali, soprattutto nelle realtà agricole, dove la figura maschile era preponderante e la voce femminile poco ascoltata”.
“Mamma – continua Danila – era tosta, ha curato l’immagine aziendale e la veste grafica delle bottiglie dando un’impronta precisa, si è creata un ruolo attivo in azienda e ha affiancato mio padre nelle scelte più importanti. Anche io e mia sorella abbiamo fatto la gavetta, e oggi le nostre differenze caratteriali ci portano a essere complementari sul lavoro e a fare squadra; ci siamo guadagnate il rispetto dei collaboratori prima di arrivare a ricoprire il nostro ruolo. Abbiamo vissuto sul campo, ognuna nel proprio ambito, maturando esperienze e apportando qualcosa di personale in quello che facciamo. Forse il fatto di essere figlie del “titolare” ci ha portate ad avere maggiori responsabilità per essere all’altezza delle aspettative di nostro padre ma ci ha anche dato quella carica che solo certi legami possono trasmettere. Devo ammettere che mi riesce difficile capire che possa esserci ancora chi non vede di buon occhio le donne in un’azienda vitivinicola. È talmente forte il coinvolgimento e il legame con il territorio che, circa 15 anni fa, abbiamo deciso di scommettere sul recupero di una delle più antiche varietà autoctone della Calabria: il Magliocco. Si tratta di un’uva poco produttiva ma di eccezionale qualità, che per le sue basse rese era stata quasi abbandonata. Abbiamo investito nei vigneti, per ottenere un frutto sano e maturo, e in cantina per il ciclo che va dalla vinificazione alla maturazione in botti grandi. Oggi, il Magliocco è un vino rappresentativo della nostra azienda e del territorio in cui viviamo. Strutturato, elegante, persistente e longevo. Il lavoro enologico per migliorarlo ha portati i suoi frutti facendolo diventare un orgoglio regionale.”
Questo e altri traguardi sono merito del lavoro di gruppo con la sorella Manuela, direttore commerciale della cantina. Nata nel 1978, anche lei a Lamezia, laureata in giurisprudenza, Manuela è empatica nei rapporti umani e decisa in ambito professionale.
“Curo i rapporti con i grandi clienti, – ci spiega – la mia assoluta priorità e passione. Con loro c’è una condivisione di obiettivi e intenti che ci hanno portati a sviluppare un lavoro importante. Con Alitalia, per esempio, abbiamo diverse tipologie di prodotto posizionate tra l’Economy e la classe Superior. Siamo particolarmente orgogliosi che, durante il recente viaggio del Santo Padre in Iraq, la carta dei vini serviti a bordo fosse di soli prodotti del nostro brand.”
Come per Danila, anche per Manuela, le proprie radici hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta della sua vita professionale: “Siamo cresciute in una famiglia di vignaioli, sentendo scorrere nelle vene la passione di nostro padre e di nostro nonno. Le scelte di vita sono sempre state spontanee, mai imposte dai nostri genitori. Io e mia sorella abbiamo studiato lontano da casa ma siamo rimaste legate agli affetti e all’azienda. È stato un percorso naturale, senza alcun sacrificio o ridimensionamento delle proprie ambizioni, anzi una qualità di vita diversa.”
Dai rapporti familiari a quelli professionali, Manuela si è rapportata con buyer italiani ed internazionali, ottenendo significativi risultati: “Il 90% dei miei rapporti lavorativi è al maschile e non li ho mai vissuti in condizioni di inferiorità o sentendomi a disagio, non riscontrando alcun tipo di ostilità o ambiguità. I buyer svolgono il loro ruolo, io il mio: è una partita a scacchi, non di genere.”
Grazie al lavoro di queste sorelle, l’azienda ha incrementato i fatturati all’estero, aprendo canali nei mercati cinese, statunitense e brasiliano.
Cosa consiglia Manuela, donna manager di successo, alle ragazze che si avvicinano a questo settore?
“Siate spontanee, eleganti ed empatiche ma soprattutto professionali.”
La preparazione e la passione fanno la differenza, non il genere.