Se non puoi andare da “Mamma”, lei viene da te

Quando si parla di ristorazione nel quartiere Trieste, un pezzo di cuore e di storia del settore è rappresentato da Mamma Angelina.

Aperto nel 1963 da Nazzareno Dell’Omo e da sua moglie Angelina, coniugi abruzzesi trapiantati a Roma, il ristorante di via Boito è diventato prima una tappa fissa degli abitanti del quartiere e, col tempo, del resto della città: per molti una seconda casa dove festeggiare Natale e Pasqua in famiglia o trascorrere piacevolmente qualche ora a tavola. Dopo l’improvvisa scomparsa di Nazzareno nel 1973, le redini del locale sono passate nella mani di Angelina e di suo fratello Gabriele. I fratelli abruzzesi (sempre sorridenti e capaci di trovare un attimo per salutare i clienti anche nei momenti più concitati del servizio) hanno saputo dar vita a una cucina partita da piatti tipici per poi arricchirsi di portate di carne e pesce sempre più strutturate, accompagnate da vini per tutti i gusti: da prodotti “semplici” a bottiglie introvabili. Oggi, il locale è gestito da Andrea, figlio di Angelina, che con lo zio Gabriele continua la tradizione familiare e porta avanti gli insegnamenti di sua madre, recentemente scomparsa.

Tra questi, il duro lavoro ma soprattutto il sacrificio, che si sono rivelati indispensabili durante l’emergenza Covid. “Il primo lockdown – ricorda Andrealo abbiamo affrontato prendendo il toro per le corna. A marzo, appena è stato possibile abbiamo iniziato con le consegne a domicilio.  Siamo stati fra i primi a farlo”. Oltre a essere proprietario del locale, Andrea è anche sommelier e chef. Così, si è rimboccato le maniche, passando dalla gestione della sala alla cucina, facendosi aiutare dalla famiglia – moglie e tre figli – per le consegne.

Ho puntato sui patti che, per mia esperienza passata, potevano funzionare per le consegna a casa – spiega il proprietario di Mamma Angelina – Ci sono pietanze che non si rovinano con il trasporto, per le quali basta un minimo di rigenerazione; ho privilegiato piatti pratici ma non banali, per i quali basta un passaggio al forno o al microonde giusto per tornare a temperatura senza perdere niente del loro sapore o che si possono gustare a temperatura ambiente. Qualche esempio? Tartare di tonno con cous cous e tartufo nero, crudi di pesce,  julienne di seppie , burratina e pesto di basilico, e il nostro cavallo di battaglia: gli involtini di pesce spada.

Parliamo in tutto di diciotto piatti di livello, contorni compresi ai quali si aggiungono i dolci fatti in casa da Tiziana, moglie di Andrea (la zuppa inglese “old Style” è il suo cavallo di battaglia), il tutto consegnato a casa in un packaging non banale. Per il vino, Andrea sta fornendo vini importanti a prezzi equi. Non si affida a vettori o piattaforme esterne: potendo puntare sulla gestione in famiglia, Mamma Angelina riesce a tagliare i costi di consegna, uscendo a prezzi assolutamente competitivi per il tipo di prodotto offerto.

Insomma, la famiglia Dell’Omo ha affrontato di petto la prima crisi, arrivando preparata alla serrata autunnale che, nonostante la possibilità di aprire a pranzo, non è stata finanziariamente meno pesante della prima.

Aprire la mattina – sottolinea Andrea – non ha ammortizzato il colpo dei mancati incassi. Il lavoro importante per un ristorante è la sera, quando la gente è rilassata, stappa la bottiglia, fa una cena completa e finisce gustando un distillato. A pranzo, la “battuta” è decisamente inferiore non solo rispetto alla sera ma anche a diversi mesi fa. Molti anziani restano giustamente a casa per tutelarsi dal virus e tanti negozianti che, come noi, hanno subito il lockdown non passano a pranzo come prima, non possono concedersi l’uscita settimanale. Aprire la mattina non può coprire i costi, come magari crede qualcuno”. “I fornitori – continua –  raccontano che molti loro colleghi non lavorano o quantomeno non possono contare sulla professionalità di un proprietario che mette la “parannanza” e fa lo chef. Ci hanno “fregato” i figli, dico a quelli della mia età per spiegare la situazione. Mamma Angelina non è posto da happy hour o altre iniziative che possono generare un assembramento. Qui, tra gli altri, vengono a cena primari, notai, avvocati: se non rispettassi le regole per evitare il contagio, prima delle multe “beccherei”  una denuncia dai miei stessi clienti. La decisione di chiusura indiscriminata alle 18 ha indubbiamente penalizzato una parte della ristorazione che non ha mai creato problemi.”

Chiudiamo con un consiglio per un ordine datoci da Andrea, sperando abbiate modo di approfittarne. Eccolo: “Gnocco allo scoglio con frutti di mare e pomodoro fresco, involtini di pesce spada con ripieno broccoletti e provola in crosta di pistacchi, il tutto accompagnato da un vino elegante, equilibrato, non esageratamente profumato e con una gradevole sapidità finale.”

Cosa altro dire? Buon appetito.

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