Provenza: distese di lavanda e rosati imperdibili
La coltivazione della vite, iniziata molto probabilmente dagli antichi greci nei dintorni di Massilia (l’attuale Marsiglia, da loro fondata intorno al 600 a.C.), trovò un significativo sviluppo su tutta la fascia mediterranea in epoca romana. La Provenza è stata una regione molto contesa nel corso dei secoli successivi e la sua viticoltura è stata via via influenzata da questi avvicendamenti di cultura e tradizioni, in particolare dalla dominazione italiana nel corso dell’Ottocento sotto il Regno di Sardegna.
La produzione enologica non è sicuramente al livello della formidabile fama paesaggistica e gastronomica, ma è innegabile che i suoi vini rosati siano i più famosi del pianeta. Non a caso, pochi anni fa la coppia formata da Angelina Jolie e Brad Pitt ha acquistato una tenuta nel cuore del dipartimento del Var, cimentandosi proprio nella produzione di un raffinato Côtes de Provence Rosé e piazzando un ulteriore carico da undici sulla crescente notorietà di questo territorio vitivinicolo.
Dalle pendici delle Alpi fino alle spiagge di sabbia finissima, spesso protette da scogliere a picco sul mare, l’attuale area vitata si estende per oltre duecento chilometri. L’azione del clima secco e mite, ventilato da brezze marine e montane, consente l’allevamento di dodici differenti varietà d’uva che, assemblate con sapienza, creano i singolari profili aromatici delle etichette provenzali. La classificazione piramidale dei vini di qualità prevede alla base i cosiddetti Vin de Table, poi la generica denominazione Vin de Pays (inclusiva anche dei poco diffusi Vins Délimités de Qualité Supérioure) e infine le otto AOC, tra le quali quattro di respiro territoriale e quattro identificative delle superfici comunali più vocate (Bandol, Bellet, Cassis e Palette).
Il sottosuolo di sedimenti marini calcarei si differenzia in due grandi blocchi geologici: calcareo e marnoso nel regno occidentale e settentrionale della gariga montana, cristallino con forte presenza di arenaria rossiccia nella lingua orientale che lambisce il mare tra l’esuberante vegetazione mediterranea. La viticoltura provenzale detiene anche il primato dell’agricoltura organica con quasi metà dei vigneti già coltivati biologicamente.
Dicevamo che Provenza è sinonimo di rosati e i numeri lo testimoniano in misura impressionante: addirittura l’88% della produzione ricade in questa tipologia, per un totale di oltre 140 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno. Il peso che questi vini hanno raggiunto nel panorama enologico d’oltralpe è testimoniato anche dalla recente creazione di un centro di studio, il Centre du rosè di Vidauban, che si occupa non solo di sperimentare differenti tecniche di vinificazione, ma anche di studiare e registrare minuziosamente i parametri di tutti i rosati prodotti nella regione.
L’assemblaggio tradizionale prevede l’utilizzo di grenache, mourvèdre e cinsault, ma la maggior parte delle denominazioni lascia facoltà di coltivare e vinificare anche altri vitigni come syrah, tibouren e cabernet sauvignon. Caratterizzati dal tipico colore rosa pallido tendente all’aranciato e da salmastri profumi di macchia mediterranea, stupiscono per l’inaspettata propensione di alcune etichette a intriganti evoluzioni aromatiche dopo un breve invecchiamento di qualche anno.
Andiamo qui di seguito ad analizzare i tratti stilistici di tutte e quattro le AOC comunali e delle tre denominazioni territoriali in cui i vini rosati sono protagonisti, per poi puntare i riflettori sulla generica appellation Côtes de Provence, della quale assaggeremo una speciale cuvée che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé il mondo intero.
Bandol Rosé
Sul limpido e brillante abito salmone si dispiegano ricchi bouquet fruttati che spaziano dalla polpa bianca a quella rossa, includendo agrumi e frutta esotica. Equilibrati, golosi e impreziositi da tocchi di spezie mediterranee, allietano le serate estive in compagnia di antipasti e primi di pesce.
Bellet Rosé
Ammaliano la vista con un magnifico colore peonia e incantano il naso con suadenti profumi di frutti di bosco rossi e rosa selvatica. Il palato carezzevole e appagante, ma allo stesso tempo rotondo e strutturato, li indica per stuzzichini salati e antipasti di mare.
Cassis Rosé
Contrassegnati dal petalo di rosa che ricorre sia nel colore sia nei profumi, regalano eleganti bouquet fruttati con dolci note di pesca, fragola e melone che puntualmente ritroviamo nell’elastico palato. La freschezza dissetante li destina ad aperitivi e piatti di verdure.
Palette Rosé
Gli assemblaggi di uve grenache, mourvèdre e cinsault, pressate sofficemente e vinificate in rosa con alcuni giorni di macerazione prima della svinatura, generano vini dal limpido colore scarico ma dagli esuberanti profumi di rosa selvatica, ciliegia, pesca bianca e frutti esotici quali ananas, mango e litchi. La versione di Château Simone è da molti ritenuta il miglior rosato del pianeta. La vivace acidità e la sottile vena minerale equilibrano in bocca la succulenta sensazione calorica, rendendoli piacevoli a tutto pasto e strepitosi in abbinamento a ricette sapide e cremose.
Coteaux d’Aix-en-Provence Rosé
Ariosi e sofisticati, presentano un colore rosato chiaro e luminoso, sul quale si schiudono profumi di fiori primaverili e sentori fruttati di pera, pesca bianca e melone. L’elegante mineralità e la succosa lunghezza conferiscono grande versatilità a tavola, con l’opportunità di spaziare dai frutti di mare alle carni bianche.
Coteaux-Varois-en-Provence Rosé
Il pallido tessuto rosa corallo introduce un ampio ventaglio di note agrumate con il pompelmo rosa in primo piano. Snelli e beverini, setosi ed equilibrati, si connotano in bocca per la squillante spalla acida che li deputa compagni perfetti di crostacei, molluschi di mare e piccoli pesci di scoglio.
Les Baux-de-Provence Rosé
La generale predominanza dello syrah negli assemblaggi marchia vini dall’algido tessuto salmone su cui si schiudono nasi marittimi che richiamano i fiori bianchi selvatici, la pesca e il pompelmo rosa su un sussurrato sfondo di macchia mediterranea. Morbidi e minerali, vivacizzati da una vibrante componente acida, sono ideali compagni di salumi e zuppe di pesce.
Côtes de Provence Rosé 2018 – Château Miraval
Angelina Jolie e Brad Pitt, la celebre coppia del cinema hollywoodiano, rimasero letteralmente stregati dall’arte del rosato provenzale e nel 2008 decisero di acquistare la suggestiva tenuta del castello di Correns, che produce anche un bianco della medesima denominazione e lo Champagne Fleur de Miraval Rosé con uve chardonnay e pinot noir coltivate a Mesnil-sur-Oger. Il fiore all’occhiello dell’azienda resta però questo iconico rosato fermo locale che ha conquistato critica e pubblico di tutto il mondo per il magistrale connubio di calda finezza e fragrante vivacità. Di colore salmone pallido, alterna profumi floreali e fruttati, con pesca bianca e agrumi in primo piano, a intriganti sentori minerali e speziati. Il dolce sapore di fragolina di bosco completa lo spettro aromatico, contrassegnando l’assaggio tonico e cremoso che chiude in bellezza con un raffinato retrogusto fumé.
Una domanda sorge spontanea: dopo il recente burrascoso divorzio, chi dei due continuerà a “griffare” questo pregiato cavallo di razza?