Osservatorio Federvini: tenuta dei prodotti nel 2024

Nell’anno che si avvia a conclusione i comparti produttivi rappresentati da Federvini hanno confermato una significativa capacità di resilienza, pur messa a dura prova da un quadro economico incerto, da un PIL italiano stimato in lieve crescita (+0,8%), e da un andamento debole del clima di fiducia di imprese e consumatori. È questa la fotografia restituita dall’ultima edizione dell’Osservatorio Federvini, a cura di Nomisma e TradeLab.

I dati dell’Osservatorio dimostrano quanto la filiera dei vini, spiriti e aceti italiani pur affrontando sfide complesse, continui ad essere un asset strategico per l’economia italiana. Ma non mancano segnali di difficoltà legati anche ai precari equilibri geopolitici ed è quindi fondamentale continuare ad investire nella promozione internazionale e nella difesa dei nostri comparti” – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – “Per garantire stabilità e crescita a lungo termine, è necessaria un’azione di sistema tesa a rafforzare il ruolo dell’Italia in sinergia con tutti gli attori della filiera, per valorizzare le eccellenze e rispondere con prontezza alle nuove esigenze dei mercati internazionali”.

MICAELA PALLINI

Il 2024 si conferma un anno complesso per il settore. A fronte di una riduzione dei costi energetici, quelli relativi al packaging, seppure in lenta discesa, sono ancora decisamente più alti rispetto ai valori di inizio 2021, in particolare pet +24%, carta +47% e vetro +67%. Lo scenario è stato inoltre caratterizzato negativamente da tensioni sui mercati internazionali, dovuti anche alla recente introduzione dei dazi cinesi sulle importazioni di acquaviti e dal rallentamento dei consumi fuori casa, legato al contesto economico non favorevole.

Secondo Nomisma, nei primi 8 mesi dell’anno, l’export di vini supera i 5 miliardi di euro e si attesta nella media dei principali esportatori mondiali con un +4,7% in valore e +3,2% a volumi rispetto al 2023, mentre soffrono competitor di peso quali Francia e Spagna. Gli spumanti italiani restano i protagonisti con importazioni in aumento. Gli spiriti italiani registrano un incremento del 4% in valore per 1,2 miliardi di euro di valore generato, mentre il comparto degli aceti con esportazioni del valore di 236 milioni di euro segna una crescita significativa.

Sempre secondo Nomisma, le vendite in GDO si mantengono in positivo sul fronte dei valori ma continuano a cedere in volume. Gli spumanti si distinguono per un’ulteriore crescita, per i vini fermi e frizzanti crescono i vini a marchio IGP mentre i DOP, che rappresentano oltre la metà del valore totale delle vendite, si mantengono stabili a valori ma si riducono nei volumi. L’approfondimento a cura di TradeLab evidenzia nei primi tre trimestri del 2024 una crescita dell’1,3% in valore per il mercato out of home, a fronte di una diminuzione dell’1,1% nelle visite. Prosegue invece la sofferenza delle occasioni serali: l’aperitivo cede l’1,9% in termini di presenze, la cena lo 0,8% che però segna un +1% a valore, mentre diminuiscono sensibilmente i consumi nella notte.

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