Nuovo codice della strada, disinformazione al volante
L’unico tasso alcolemico sicuro per chi guida è pari a zero. Lo abbiamo detto in altre occasioni e lo ripeteremo. Chi guida al volante poco lucido o ubriaco è un pericolo per se stesso e per gli altri. Tuttavia, è cosa nota, ci sono dei limiti consentiti per legge ma, recentemente, sembra che una delle cose più banali da capire al mondo sia diventata materia per scienziati della Nasa.
Dopo la notizia pubblicata alcuni giorni fa di un giovane che, lasciata la macchina per evitare di mettersi al volante ubriaco, è stato multato dai carabinieri mentre camminava (vi invitiamo a leggere gli articoli in merito per capire cosa sia realmente accaduto), si è generato uno tsunami di fake news sul nuovo codice della strada, c’è stato un fiorire di opinioni su quanto si possa bere prima di guidare, e c’è chi riporta il canto di dolore di ristoratori, enotecari e proprietari di pub a causa di minori incassi in seguito alle norme entrate in vigore lo scorso 14 dicembre.
Partiamo da quest’ultimo argomento: il nuovo codice della strada non ha abbassato i limiti consentiti per il consumo di alcol, è rimasto tutto come prima. Qual è il problema dunque? La disinformazione. Visto che siamo a inizio anno e in periodo di oroscopi, la Luna consiglia: leggiamo tutti la nota in merito del Ministero dei Trasporti. A farla da padrone fra chi consuma è la paura per l’inasprimento delle sanzioni per chi viene trovato ubriaco al volante, ma forse quello che dovrebbe spaventare (e avrebbe dovuto farlo da sempre) di più la gente è la possibilità di uccidere qualcuno, morire alla guida o provocare incidenti, perché il punto è solo questo.
Quello che sarebbe davvero interessante capire è come sia possibile che, in meno di due settimane dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, già ci siano dati su potenziali mancati ricavi e presunti problemi della ristorazione. Da dove arrivano questi numeri? Chi li avrebbe raccolti? Chi parla a nome della categoria, paventando fatturati a rischio? Rimaniamo in ascolto, speranzosi di ricevere una risposta. Un conto sono alcune testimonianze, un altro discorsi generali.
Sorvoliamo sui presunti esperti fioccati in rete che danno consigli su quanto si possa bere in base ad altezza e peso (esistono le tabelle ufficiali per la stima delle quantità di bevande alcoliche che determinano il superamento del tasso alcolemico legale per la guida in stato di ebbrezza) e quando iniziare a consumare vino nel corso di una serata con amici per smaltire il tutto al termine della stessa. Storie che ricordano la leggenda del caffè per togliere la sbronza o le favolette su alcuni tipi di caramelle che, quando masticate, nasconderebbero un ubriaco ai controlli etilometrici: l’occultamento Klingon ai tempi della sbronza. Il punto è non superare il tasso alcolemico e basta; per dirlo alla romana: non è questione di “chi regge di più”.
Tra le altre cose, se proprio vogliamo scriverla tutta, ci sono persone alle quali basta un bicchiere per sballare perché non reggono l’alcol e che non dovrebbero mai avvicinarsi a un posto di guida dopo aver bevuto. Citiamo, in proposito, il professor Massimo Ciccozzi che, in un recente convegno organizzato da oscarwine alla Camera, ha posto questa domanda parlando di alcune casistiche sul consumo di vino e birra: “Cosa dovrebbero fare gli asiatici, ai quali manca un enzima importante per smaltire l’alcol?” Oltre alle tabelle e agli etilometri, che ci sia anche buonsenso.
Terminiamo con la notizia del giovane in stato di ebrezza multato a piedi. Cortesemente non confondiamo l’articolo 688 del Codice penale – che esiste da decenni – con il nuovo codice della strada e portiamo rispetto per le forze dell’ordine che hanno applicato la legge. Non siamo in un regime di polizia e non verremo fermati mentre passeggiamo per un controllo all’etilometro. Meno fake news, condivisioni delle stesse, ed emotività aiuterebbero tutti.