Musica e vino, i cantanti produttori
Dopo aver ricordato alcune canzoni legate al vino in occasione dell’inizio di Sanremo, salutiamo il Festival della canzone italiana parlando di alcuni cantanti, proprietari di cantine.
Mick Hucknall, fondatore e frontman dei Simply Red, non ha mai nascosto il suo amore per l’Italia: parla la nostra lingua, comprò casa nel Belpaese e nei primi anni Duemila investì in una azienda vitivinicola nei pressi dell’Etna dove per circa quindici anni produsse Nero d’Avola. Il nome della cantina? Il Cantante.
Sempre in provincia di Catania, a Milo, nei primi anni Novanta Lucio Dalla acquistò una tenuta dove produceva un vino dal nome curioso: “Stronzetto dell’Etna”.
Rimaniamo al sud Italia ma saliamo in Puglia, regione del gruppo dei Negramaro, che devono questo nome al Negroamaro, un vitigno autoctono. A parte questa curiosità, la band di Giuliano Sangiorgi non ha mai prodotto vino, attività svolta invece da un noto cantante pugliese: Al Bano.
L’azienda vinicola Al Bano nasce nel 2001 e attualmente produce 12 referenze; la storia della cantina, però, affonda le radici a metà dell’Ottocento, quando i Carrisi già producevano vini in zona, ma si deve ad Al Bano il ritorno in auge di queste vigne di famiglia e la produzione e commercializzazione professionale dei vini prodotti.
A sud di Firenze troviamo invece “Il Palagio”, la tenuta di Sting, dove l’ex frontman dei Police produce Chianti dal 1994. Quattro le linee fra cui “Message in a bottle”. Vi ricorda qualcosa il nome di questo rosso?
Rimanendo nella terra di Dante, vi abbiamo già raccontato di Gianna Nannini – che produce a due passi da Siena nelle terre di famiglia – ma non di Andrea Bocelli, che possiede un’azienda vinicola nei pressi di Pisa: Bocelli 1831. Il nome della cantina ricorda quando, il 21 marzo 1831, Gaspero Bocelli si affrancò da colono e diventò piccolo proprietario terriero, acquisendo per la somma di 1000 scudi il Podere Poggioncino.
Saliamo a nord, in Lombardia. Nell’Oltrepò Pavese, il cantante Ron – nato e cresciuto in zona – produceva due vini “Fracent’anni” rosso e bianco. Il primo era a base cabernet, bonarda, barbera e uva rara, il secondo un pinot nero vinificato in bianco e maturato in piccola botte per due anni, con una piccola percentuale di chardonnay.
Il nostro viaggio si conclude in Piemonte a Rocchetta Tanaro nell’Astigiano, il ‘buen retiro’ di Bruno Lauzi; qui, l’esponente della scuola genovese produsse Barbera per quasi 30 anni.
Sipario.