Morellino di Scansano tra lockdown e rilancio
Il Morellino di Scansano è un’eccellenza toscana molto apprezzata dagli italiani. Nel caso lo pensiate, abbandonate l’idea che questo rosso sia il cugino minore di qualche altro vino e consideratelo per quello che è: un ottimo prodotto, una delle tante piacevoli espressioni del Sangiovese che ci regala la Toscana.
Nell’anticipazione di una ricerca che sarà pubblicata oggi, l’agenzia Wine Intelligence ha rilevato che il Morellino di Scansano è una delle denominazioni più conosciute e acquistate in Italia.
Per farci spiegare questo successo, abbiamo incontrato Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Tutela Morellino di Scansano DOCG dal 2016.
Direttore, il Morellino si conferma nelle preferenze degli italiani.
“La nostra è una bella realtà, diffusa nello stivale. I nostri prodotti sono mediamente alti, non ci sono up e down qualitativi che potrebbero allontanare il consumatore: sono tutti vini validi, da quelli che si vendono in GDO a quelli che si trovano nel canale Ho.Re.Ca.”.
Wine Intelligence vi ha promossi a pieni voti.
“L’anteprima delle ricerca svolta in tutta Italia ci ha premiati. Il dato più interessante è sicuramente l’alto tasso di conversione conoscitore/cliente che ribadisce la qualità del Morellino e il fatto che chi lo conosce non lo abbandona. La percezione che avevamo di questa situazione è stata confermata dalla realtà descritta da Wine Intelligence. La nostra è una denominazione storica – diventata DOCG nel 2007 – abbiamo festeggiato 40 anni di vita: il nome Morellino è una garanzia.”
Qual è il punto di forza del Morellino?
“È un rosso di qualità al quale, rispetto ad altri vini a base Sangiovese che hanno vinificazione e affinamento diversi, ci si può approcciare in maniera ‘rilassata’. Il Morellino di annata è un vino di pronta beva con sentori piacevoli e un tannino morbido, ‘levigato’ dalla vicinanza dei vigneti al mare e dal terroir; nella riserva, poi, viene fuori l’evoluzione con riconoscimenti aromatici e di tabacco e un maggiore corpo. In un caso e nell’altro sono prodotti estremamente piacevoli ed equilibrati.“
Parliamo di equilibrio economico. L’emergenza Covid che strascichi ha lasciato?
“È un momento difficile. I dati generali dicono che la Denominazione ha sofferto meno di altre realtà ma, guardando i numeri, le aziende presenti in GDO hanno parato il colpo grazie ai supermercati aperti mentre le cantine che lavorano esclusivamente nel canale Ho.Re.Ca. in alcuni casi non sono riuscite a vendere nemmeno un bancale di vino. In questi casi è fondamentale reagire uniti.”
Come?
“Durante il lockdown abbiamo deciso di non farci prendere dalla frenesia, di evitare investimenti che non avrebbero portato a niente. Le aziende hanno apprezzato questa scelta di sobrietà. Ora, stiamo concretizzando alcune azioni ma ne parlerò appena saranno approvate.”
Siete stati costretti anche a rinunciare a Rosso Morellino 2020, il vostro evento di punta.
“Abbiamo rimandato di un anno, prendendo la decisione nel periodo di piena emergenza. Inutile svolgerlo online, costringendo le cantine a una spesa fuoriprogramma, o posticiparlo a settembre, senza avere garanzie sul futuro e sulle regole da seguire con una situazione in continua evoluzione. Inoltre, un evento non si può svolgere quando le aziende del Consorzio sono impegnate in un momento delicato della stagione, distraendole dal loro lavoro.”
Rimaniamo sul lavoro delle cantine. Come giudicate le proposte di affidarsi alla distillazione e alla vendemmia verde per “salvare” la stagione?
“In Toscana nessuno ha interesse a fare la distillazione, ne ho parlato anche con altri Consorzi. Siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. La vendemmia verde, invece, potrebbe essere una soluzione interessante ma solo se la riduzione delle rese venisse sostenuta da aiuti economici statali per compensare l’uva messa a terra.”
Voi avete vissuto un’altra stagione difficile, quasi drammatica, nel 2017 a seguito della siccità. Fu una vendemmia eroica.
“In quel periodo, abbiamo registrato un calo importante, passando da 10 milioni di bottiglie prodotte a 8 milioni. Le cantine, nonostante le difficoltà, hanno lavorato bene; qualcuna, purtroppo, è stata costretta o ha scelto di saltare l’annata. Recentemente ho assaggiato la Riserva 2017 che dimostra la bravura delle nostre aziende, un buon prodotto nonostante tutti i danni subiti dalle uve quell’estate.”
Un’estate che ha avuto ricadute sugli anni successivi…
“Esatto, il Sangiovese non si ‘rialza’ da un anno all’altro, non si riprende subito dopo una siccità. Nel 2018 abbiamo recuperato qualche numero ma solo la scorsa stagione abbiamo potuto vendemmiare nei periodi giusti dell’anno, fra settembre e ottobre, senza essere costretti ad anticipare il raccolto in vigna. È stata una vendemmia normale: tempi e prodotto perfetti.”
Cosa manca ora al Morellino?
“Nel 2016, quando sono entrato nel Consorzio, mi sono posto l’obiettivo di riportare il Morellino ai livelli di visibilità di quindici anni fa, uno dei momenti più belli per questo vino. Il nostro rosso deve essere percepito nel giusto modo: abbiamo recuperato ‘posizioni’ in Italia, guadagnato spazi importanti nel vecchio continente e ci stiamo allargando con successo nei mercati extraeuropei. La strada per riportare il Morellino ai fasti e alla considerazione che merita è quella giusta.”