
Marzia Varvaglione nominata presidente del CEEV
Un traguardo storico per il settore vitivinicolo europeo: il Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) ha annunciato la nomina del suo nuovo presidente, Marzia Varvaglione, Business Developer dell’azienda Varvaglione 1921 e presidente di Agivi (l’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani di Unione italiana vini) dal 2023.
Questa nomina rappresenta un punto di svolta per il CEEV, che per la prima volta sarà guidato da una donna in più di sessant’anni di storia. L’organizzazione con sede a Bruxelles rappresenta dal 1960 le aziende vinicole europee, riunendo 25 associazioni nazionali provenienti da 13 Stati membri dell’UE, oltre a Svizzera, Ucraina e Regno Unito, rappresentando oltre il 90% delle esportazioni vinicole del continente.
Pugliese, classe 1989, Marzia Varvaglione è membro del Consiglio Uiv dal 2020. Dal 2013 lavora nell’azienda di famiglia, protagonista nell’ultimo decennio di una vera propria metamorfosi da azienda produttrice di sfuso a cantina affermata che esporta 5 milioni di bottiglie in oltre 70 Paesi, riconosciuta dalle guide nazionali e internazionali più patinate come Wine Spectator, Gambero Rosso e Bibenda. Con il fratello Angelo e la sorella Francesca, Marzia rappresenta la quarta generazione in azienda, oggi a fianco del padre Cosimo alla guida di una delle più innovative cantine vitivinicole in Italia.
Abbiamo raggiunto Marzia, già protagonista lo scorso anno di una chiacchierata con oscarwine in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna (articolo disponibile a questo link), per avere le sue prime impressioni sulla prestigiosa nomina.
“Assumere la Presidenza del CEEV è una sfida che arriva in un momento di forte cambiamento per il mondo del vino. Il settore vinicolo europeo è un pilastro dell’economia e della cultura del nostro continente e sono orgogliosa di poter rappresentare le aziende che ne fanno parte. Questo incarico è un’opportunità per promuovere un modello di crescita sostenibile, rafforzare la presenza dei vini europei sui mercati internazionali, venire incontro alle esigenze dei nuovi consumatori e valorizzare la diversità che rende unica la nostra produzione”.
Sei la prima donna e la presidente più giovane nella storia del CEEV. Che tipo di visione ti piacerebbe portare?
“È un segnale molto importante da parte di tutto il mondo del vino italiano ed europeo, perché l’apertura ai giovani significa apertura al dialogo, prendere in considerazione strategie diverse. Mi aspetta un grande lavoro sui dossier aperti in Europa, come il tavolo sul commercio internazionale o la lotta contro il no safe level, l’esagerata demonizzazione dell’alcol che viviamo in questo momento. La cosa più importante, secondo me, sarà trovare le parole giuste per comunicare quello che realmente sta succedendo nel mondo del vino, per creare consapevolezza all’interno del settore stesso, perché a volte nemmeno noi produttori abbiamo un’idea precisa di ciò che accade. Spero di potermi fare portavoce dei cambiamenti che stiamo affrontando, sottolineando quanto sia importante essere uniti, in questo momento più che mai.”
Quali sono secondo te le iniziative che potrebbero avvicinare due istituzioni come Agivi-Uiv e CEEV agli addetti ai lavori e al pubblico, soprattutto quello dei più giovani?
“Una delle iniziative che sicuramente unirà Agivi-Uiv con il CEEV, insieme a Wine in Moderation, è la dichiarazione Vitævino, una campagna di comunicazione che raccoglie firme di tutto il settore vitivinicolo: giornalisti, produttori, importatori, enotecari. Lo scopo è quello di far capire alla Commissione Europea quanto il vino sia importante e quanto sia insito nella cultura di tutti noi, perché comunque rappresenta la storia dei nostri territori.”
Anche Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini, ha commentato la nomina di Marzia Varvaglione alla presidenza del CEEV: “La nomina di Marzia Varvaglione a presidente del CEEV porta una ventata di freschezza. Siamo convinti che saprà traghettare il settore in questo momento critico per il vino europeo, e siamo fieri che a riportare questa carica all’Italia sia la competenza non solo della prima presidente donna, ma anche della persona più giovane a ricoprire questo ruolo, a testimonianza di un comparto che, oggi più che mai, ha bisogno di essere dinamico, reattivo e proiettato al futuro”.