Lessini Durello, una piacevole sorpresa nel calice
Forte personalità per altrettanta mineralità, al naso e al palato. Si può riassumere così la durella, vitigno antico autoctono dei Monti Lessini, dolci rilievi collinari, per un nome derivante dalla durezza e compattezza della buccia e dalla elevata acidità totale che caratterizza il vino, permettendone un’elevata longevità e importanti risultati per la sua spumantizzazione. I suoli, di antica origine vulcanica, sono composti da tufi e basalti, ricchi di ferro, magnesio e di sostanze nutrienti per la vite e fanno da barriera naturale contro le malattie del suolo, richiedendo quindi minori interventi esterni per una qualità superiore alla norma e un’importante sostenibilità ecologica.
La carta d’identità della Doc del Consorzio Tutela Vino Lessini Durello, tra le provincie di Verona e Vicenza, racconta di 400 ettari per più di 35 produttori in 27 comuni (7 in provincia di Verona e 20 in quella di Vicenza) che vinificano il Durello con la caratteristica pergola veronese, per una produzione annua di circa un milione di bottiglie, seguendo un disciplinare che impone per almeno l’85% il vitigno principale della denominazione.
Viene definito un vino sano, quasi medicale per le sue proprietà, spumantizzato per circa un terzo con Metodo Classico (Monti Lessini Durello); la restante parte è Metodo Charmat e prende il nome di Lessini Durello. Un recente press tour riservato alla stampa specializzata ci ha permesso di scoprirne il territorio e diversi produttori, per una degustazione ad ampio spettro delle singole referenze: se le differenti zone di produzione del Durello si presentano come un continuo susseguirsi di verdi colline intervallate da vigneti, borghi e paesi, ognuno con le proprie caratteristiche architettoniche, naturalistiche, culturali e artistiche, le singole proposte enologiche hanno evidenziato, oltre a un chiaro DNA comune, determinato da uve dalla spiccata personalità nel calice, la diversa “mano” dei singoli produttori.
Ciascuna cantina ha saputo trovare la propria strada, dandosi un’identità ben precisa pur, come si accennava, con caratteristiche comuni a ogni proposta: in linea generale il riscontro al naso è diretto e deciso, confermato anche al palato, per un vino che ad alcuni parrà difficile e impegnativo, soprattutto per la sua acidità. Prova ne sia che, anche in virtù dei recenti cambiamenti climatici, c’è chi ha deciso di domarne il gusto con un uso moderato del legno.
Passato però il primo impatto nel calice il Durello si ammorbidisce, perdendo parte della durezza che ne contraddistingue i primi sorsi e lasciando persistenti note di morbida eleganza con un retrogusto, appena accennato, amarognolo. Non stupisce quindi che sia ideale per la sua spumantizzazione, e che possa idealmente accompagnare la gran parte delle proposte gastronomiche della zona.