La caccia alla nuova annata non è da amanti del vino
Ho amici e conoscenti che fanno i rappresentanti di vino. Un lavoro difficile, che li porta a stare in strada giornate intere, a sacrifici, appuntamenti rinviati, perdite di tempo e per svolgere il quale le quattro o le due ruote diventano un ufficio mobile (sorvoliamo sul problema bagni). La premessa sulle difficoltà di questo lavoro è doverosa perché spiega, soprattutto nel caso dei più giovani, l’insistenza a vendere, il puntare su sconti in merce o proporre il prodotto meno importante – in termini di qualità – di una stessa regione per portare a casa una vendita (alla fine però la qualità paga sempre e così si rischia di perdere il cliente).
A proposito di questi sconti, una cosa che salta all’occhio è la smania di enoteche, winebar e ristoranti di avere in carta l’ultima annata di un vino (soprattutto i bianchi), richiesta che si traduce in sconti sulla stessa referenza, vecchia di dodici mesi ma ovviamente migliore in termini di beva e profumi avendo un anno in più sulle spalle, che le aziende sono costrette a fare per non rimanere, in caso ne abbiano ancora, con il vino sul “groppone” (ovviamente questo non accade con i vini di alta fascia). Questa richiesta nasce da una cattiva abitudine di molti consumatori, che non si rendono conto che un vino ha bisogno di maturare, di affinarsi e che ultima annata non è sinonimo di freschezza: non parliamo di uova, il vino non scade allo stesso modo.
Così, mi capita troppo spesso di assaggiare vini “verdi” (anche ad eventi dove non avrebbero nemmeno diritto di entrare), assolutamente distanti da quello che dovrebbero essere per il mercato – in alcuni casi, estremi, si potrebbe dire che non sono potabili – con nessuna possibilità di immaginare il loro potenziale o evoluzione, come mi insegnò uno dei miei maestri nel 1999 all’Associazione Italiana Sommelier.
Per fare un esempio, un produttore dell’Etna mi mandò un suo vino chiedendomi di dargli un parere. Colore straordinario, esaltante al naso ma al palato si presentava con un tannino delicato come un abrasivo di grana 80. Lasciai le altre bottiglie un anno in cantina e finalmente raggiunsero un buon equilibrio che prometteva una lunga vita sullo scaffale e un’interessante evoluzione. Lui ammise che lo avevano messo sul mercato troppo presto e corressero la rotta. Bisogna saper aspettare.
Lo stesso non accade fra molti cosiddetti winelover che vogliono a tutti costi l’annata corrente, nemmeno fosse uno smartphone di ultima generazione. Così, vini ancora non perfetti e in piena evoluzione subiscono la mannaia della scontistica che va a colpire in termini economici le cantine, riduce i margini dei rappresentanti e alimenta un’abitudine che non premia nessuno, in primis il palato.
Un noto ristoratore romano mi chiese “tu cosa faresti al mio posto?” Farei cultura, facendo assaggiare il vino nuovo e quello “vecchio” che, a parere mio, dopo un anno dovrebbe acquistare in valore e non perderlo: così si sminuisce un prodotto.
Passando ai rossi, penso spesso a Brunello, Barolo e Amarone, giusto per fare nomi di immediata presa sul grande pubblico. Quando si parla di annata dei record, spesso questi vini spariscono e, cosa più brutta, vengono consumati subito senza dar loro tempo per crescere e raggiungere il massimo potenziale. Anche qui bisognerebbe fare un lavoro di cantina nei locali – scrivo di un investimento importante e quindi non sostenibile da tutti, ma del quale si può discutere – vendere una parte dei vini e tenerne un’altra. In questo caso, il valore delle bottiglie crescerà con gli anni ma ricordiamoci l’investimento iniziale, i tempi per recuperarlo e i costi per mantenere il vino in condizioni ottimali, al quale va aggiunta la possibilità di un cambio di mode o gusti.
Infine, apro una parentesi su quello che sarà il tema di un prossimo articolo: il Morellino di Scansano. Un anno fa, degustammo le annate 2022 e le riserve 2020. Oggi, a distanza di dodici mesi, abbiamo aperto le stesse bottiglie. Beh, chi dice che un Morellino non possa invecchiare e vada consumato subito non sa cosa si perde…