Il vino, la iella e le leggende metropolitane
Ci sono gesti automatici o frasi comuni legate alla degustazione di un vino, o una semplice bevuta fra amici, che tutti conosciamo ma di cui molti ignorano il vero significato.
Pensate a quando, a cena, un amico versa il vino al contrario col dorso della mano rivolto verso il tavolo. “Alla traditora” si urla ma il motivo qual è? Partendo dal presupposto che oggi i pasti sonio molto più tranquilli che in epoca imperiale o nel Medioevo, una volta non era raro che un appuntamento conviviale terminasse coni uno dei commensali avvelenato dal vino. All’interno di un particolare anello, veniva posto del veleno che, rovesciando la mano, cadeva invisibile nel bicchiere della inconsapevole vittima. Un ultimo giro obbligato…
Come avvelenatrice per eccellenza viene indicata Lucrezia Borgia, che avrebbe fatto strage di nemici a tavola con questo e altri sistemi simili.
Sempre a proposito di avvelenamenti, si ritiene che l’usanza del brindisi facendo scontrare i calici sia nata in epoca romana. In questo modo, gocce del vino avvelenato sarebbero finite nella coppa “sana”.
Personalmente, preferiamo la versione secondo la quale il brindisi serva a concludere la degustazione organolettica di un vino, che coinvolge vista, tatto, gusto e olfatto ma non l’udito che, in questo modo, verrebbe così soddisfatto dal tintinnio dei calici .
Alle leggende appartiene anche quella che riporta la partecipazione di giovani illibate alla pigiatura del vino per migliorarne le qualità. Guardate i tini dove avveniva questa operazione e capirete che era fondamentale che la svolgessero donne giovani dai piedi piccoli: motivo squisitamente tecnico.
Una scaramanzia che riguarda il vino a tavola, invece, è toccare quello che cade e portare poche gocce dietro l’orecchio. Al solito, la credenza popolare vuole si tratti di un gesto apotropaico mentre il significato è un altro: portare fortuna a chi lo fa. Sapevamo di gnomi e pentole d’oro alla fine dell’arcobaleno ma ignoravamo che la Dea bendata avesse residenza dietro le orecchie.