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Focus sul Ruché per il Consorzio Barbera d’Asti

“Rappresentando tredici denominazioni d’eccellenza, il Consorzio non è solo custode di una straordinaria eredità vitivinicola, ma un interprete della sua evoluzione, un promotore di sostenibilità, qualità e autenticità. – ha dichiarato il Presidente Vitaliano MaccarioLe nostre iniziative si fanno voce di un territorio che ha saputo costruire nel tempo un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, unendo il rispetto per le radici alla capacità di guardare oltre i confini”.

ruchéIn questo contesto si inserisce il primo evento di promozione del 2025 del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, dedicato a una denominazione simbolo della ricchezza enologica del Monferrato, Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, occasione di celebrazione e di incontro per raccontare, attraverso il vino, l’unicità di questa terra.

In programma il 31 marzo all’NH Hotel Collection Piazza Carlina di Torino, l’appuntamento sarà dedicato all’Anteprima del Ruchè di Castagnole, per scoprire la nuova annata di un vino che incarna il fascino e il mistero di un vitigno raro e prezioso. Con una storia che affonda le sue radici in racconti di antichi monasteri e intuizioni visionarie, il Ruchè ha saputo affermarsi come una delle espressioni più intriganti del Monferrato, un rosso elegante e seducente che conquista per le sue note di rosa appassita, spezie e frutti rossi maturi.

L’evento sarà articolato in due momenti distinti: una degustazione alla cieca riservata a giornalisti e operatori del settore, pensata per offrire un’analisi tecnica e approfondita dell’annata, e un’area espositiva con banchi d’assaggio aperti anche al pubblico, dove i produttori racconteranno le sfumature di questo vino straordinario. Un’opportunità per avvicinarsi a un vitigno che negli anni ha saputo costruire un’identità forte e riconoscibile, conquistando il palato di esperti e appassionati e confermandosi come una delle grandi eccellenze piemontesi.

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Vitigno poco diffuso e coltivato in provincia di Asti, nella zona di Castagnole Monferrato ed in pochi altri comuni, il Ruchè nasce da terreni calcarei e asciutti soggetti a elevata insolazione. Dal 1987, anno dell’ottenimento della prima denominazione, ha registrato costanti e progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi un’espressione di identità e varietà del territorio. La sua riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta riscoprì quei grappoli abbandonati rilanciando un vino destinato a registrare grande fortuna. Ha ottenuto la DOCG nel 2010 e la sua produzione tocca oggi il milione di bottiglie.

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