Da Gargantua alla spada nella roccia
Il racconto della Côtes du Rhône si conclude con questa terza puntata, dedicata ad una panoramica dei vini e delle cantine della Drôme.
Il territorio
Il dipartimento della Drôme, adagiato tra le Alpi e il Rodano sotto Lione e Grenoble, è un variegato territorio in cui i boscosi rilievi del Vercors sovrastano le dolci colline delle Baronnies provenzali e i silenziosi villaggi medievali costellati di edifici in pietra grezza. La principale denominazione vinicola dell’area provenzale è il Grignan les Adhémar – nelle versioni bianco, rosé e rosso – che copre una vasta area abbellita da romantici campi di lavanda intorno ai borghi di Grignan e Pierrelatte, quest’ultimo abbarbicato su una rocca ritenuta la mitologica pietra fuoriuscita da una scarpa di Gargantua.
Immediatamente a est si diramano gli appezzamenti delle più generiche ‘appellations’ Côtes-du-Rhône e Côtes-du-Rhône Villages, al centro dei quali è incastonato il ‘cru’ Vinsobres, noto per i robusti vini rossi da assemblaggio di grenache con minori quote di syrah e mourvèdre. Nell’area centrale e più interna della regione, spiccano le due AOC Châtillon-en-diois e Clairette de Die: la prima produce morbidi rossi e rosati a base di gamay più una manciata di freschi bianchi dal classico connubio aligoté-chardonnay; la seconda gode invece di una peculiare reputazione in virtù dei suoi secolari vini frizzanti da moscato e clairette vinificati con il cosiddetto metodo ‘ancestrale’. Le due più rinomate ‘appellations’ della Drôme costeggiano però il Rodano nel lembo più a nord del dipartimento, non lontano dal capoluogo Valence. Qui si erge maestosa l’affascinante collina dell’Hermitage, dove la leggenda narra sia stata estratta la celebre spada nella roccia e sui cui scoscesi terrazzamenti maturano meravigliose uve marsanne, roussanne e syrah destinate a regalare bianchi e rossi di straordinaria eleganza, ricchezza e longevità che ne portano orgogliosamente il nome. I vigneti che circondano questo pregiatissimo ‘cru’ rientrano invece nella denominazione Crozes-Hermitage, la più estesa della Côtes-du-Rhône settentrionale e apprezzata in tutto il mondo per la piacevolezza delle due paritetiche etichette da analoghe varietà autoctone.
Cantine imperdibili
Domaine du Serre des Vignes – La Roche Saint-Secret
La famiglia Roux inizia a piantare grenache e syrah sulle dolci colline della Drôme Provençale negli anni settanta del secolo scorso, producendo i primi vini sotto la neonata denominazione Tricastin, oggi ampliatasi fino alle sponde del Rodano e ribattezzata Grignan les Adhémar. Nell’ultimo decennio le redini della tenuta sono passate in mano ai giovani Jérôme e Vincent che hanno convertito la propria agricoltura al biologico, mettendo a punto una gamma di etichette di notevole valore qualitativo, ben testimoniato dai numerosi premi e riconoscimenti ottenuti nelle più importanti esposizioni nazionali. Ambedue i bianchi da uvaggi di bacche autoctone convincono per intensità ed equilibrio, esotica e agrumata la Cuvée Loulys in cui prevale il viognier, più floreale e sapida la Cuvée Les Perraches sostenuta dalla vibrante freschezza tipica del blend roussanne, marsanne e grenache blanc. Il succoso e fruttato rosé Cuvée La Vignerette, dal magnifico colore intarsiato di riflessi violacei, è un mirabile biglietto da visita per la sontuosa batteria dei rossi. I due syrah in purezza, la Cuvée Pure Quintessence (senza solfiti) e la Cuvée Secret de Syrah, sono carnosi e speziati con intensi bouquet di piccoli frutti e susina, mentre la Cuvée Serrazine – ingentilita da una piccola componente di viognier – aggiunge eleganti note di liquirizia e caffè. Le due etichette di punta vengono invece realizzate con sapienti blend di grenache e syrah: la Cuvée Les Grands Plans stupisce per la rotondità dei tannini e i morbidi sentori di mora e ciliegia; le vecchie vigne di grenache rappresentano il punto di forza della Cuvée Mas de Merlère, esaltata da una maggiore complessità olfattiva in cui la frutta nera si fonde armoniosamente con nuances di pepe nero, tabacco e sottobosco.
Domaine Marc Sorrel – Tain-l’Hermitage
Storici notai di Tain-l’Hermitage, i Sorrel acquistarono i primi terreni nella magnifica posizione centrale della collina Hermitage all’inizio del novecento, sfruttando il ribasso dei prezzi causato dall’epidemia della filossera. Marc Sorrel ha successivamente ampliato le sue tenute nell’area della denominazione Crozes-Hermitage che gli ha consentito di arricchire la gamma aziendale con un freschissimo bianco da blend paritetico di marsanne e roussanne e un rosso morbido e speziato da uve syrah in purezza. Vignaiolo scrupoloso in vigna e tradizionalista in cantina, raggiunge apici assoluti con i quattro Hermitage prodotti in quantitativi limitati e rigorosamente realizzati con uve non diraspate che affina poi almeno due anni in barrique usate. L’Hermitage bianco risplende di verbena, mandorla, papaia e miele d’acacia su cui si innestano note speziate e minerali; il più concentrato fratello maggiore, la cuvée Les Rocoules, è una delle massime espressioni dell’uva marsanne, qui esaltata da un pungente e complesso bouquet dove la frutta bianca va a braccetto con erbe officinali e finocchio. Superlativi anche i due Hermitage rossi, eleganti ed equilibrati nella loro trama vellutata e nei nitidi sentori di violetta, piccoli frutti neri, tabacco e chiodi di garofano. La cuvée Le Gréal, in particolare, incanta per l’armoniosità del tannino e la straordinaria lunghezza, impreziosita da un persistente retrogusto di pellame, liquirizia e pepe nero.
Château Bizard – Allan
Nel 1980 il giovane Marc Lépine corona il sogno di riacquistare l’abbandonato castello secentesco appartenuto alla sua famiglia e i tre ettari di terreno adiacenti, già destinati alla viticoltura di qualità dai suoi antenati nel diciannovesimo secolo per le ideali caratteristiche del sottosuolo e del microclima locale. L’attuazione di tecniche di allevamento rispettose dell’ambiente ed economicamente sostenibili, abbinate a cura maniacale in tutti i processi produttivi, ha comportato lunghe attese e sacrifici premiati dal primo raccolto soltanto nel 2003. Da quella annata l’azienda commercializza una formidabile gamma di vini della denominazione Grignan-les-Adhémar, rotondi e potenti ma sempre puliti ed equilibrati. Il Blanc de Charme prorompe nel bicchiere con un delizioso bouquet floreale intarsiato da una carezzevole venatura minerale, mentre il più semplice Blanc d’Amour danza sui freschi profumi di pesca e mandorla tipici del viognier, qui aggiunto al classico blend roussanne, marsanne e grenache blanc. I due vini da assemblaggio paritetico di grenache e syrah, il Rosé d’Archas e il Montagne de Raucoule, esaltano la succosità del frutto con susina e ciliegia in primo piano sopra sfumature di timo e liquirizia. La grenache predomina nell’agile e speziato Le Fornas e il syrah gioca invece la parte del leone nella superba Serre de Courrent, una bottiglia sapida e robusta dai complessi sentori di mirtillo, oliva, cioccolato e tabacco. La cuvée 1862, in onore all’anno in cui il trisnonno iniziò a produrre le prime etichette, viene prodotta solo nelle grandi annate dalle migliori uve syrah in purezza affinate in barrique: il sorso morbido e concentrato regala sontuose sensazioni di piccoli frutti rossi e spezie orientali. Chiude la batteria il fruttato e chinato Bizardine, un vino liquoroso ottenuto dalla fortificazione del mosto di grenache.
Cave de Tain – Tain-l’Hermitage
Creata nel 1933 da Louis Gambert de Loche, proprietario di ben 22 ettari sull’Hermitage, la Cave de Tain è una cooperativa gestita da un manipolo di ‘vignerons’, proprietari di appezzamenti in tutte le più rinomate denominazioni del Rodano settentrionale, che prosegue l’opera della storica Fief de Gambert nel segno della qualità abbinata a grandi numeri. Il moderno spazio espositivo, inaugurato poco più di dieci anni fa ai piedi della leggendaria collina, ospita un’enorme e suggestiva enoteca con oltre 16.000 bottiglie (tra le quali annate storiche risalenti addirittura all’anno di fondazione), il ristorante gourmand Maison Gambert e attrezzate aree per assaggi, degustazioni e corsi professionali. Le varie etichette di Crozes-Hermitage, Saint-Joseph, Cornas e Saint-Péray – di cui l’azienda è indiscussa leader di mercato – meritano un plauso generale per pulizia, tipicità e correttezza dei prezzi, abbordabili per tutte le tasche. Il vertice della gamma è naturalmente rappresentato dalla luminosa batteria dei quattro più costosi e pregiati Hermitage, due bianchi e due rossi, tra cui spiccano le sontuose cuvée Au Coeur des Siecles Blanc e Gambert de Loche Rouge. La prima avvolge naso e palato con dolci e suadenti sensazioni di albicocca, ananas e pan brioche; elegante e statuario, il rosso dedicato alla memoria del capostipite si impone su tutti per la morbidezza dei tannini e il poliedrico bouquet di piccoli frutti neri, cassis, cuoio, tabacco e legno di sandalo.
Domaine de Grangeneuve – Roussas
Cinquant’anni fa i genitori di Henri Bour, freschi di pensionamento, intraprendevano l’avventura vitivinicola sui terreni di proprietà adagiati tra le ridenti colline nel cuore della ‘appellation’ Grignan-les-Adhémar. L’adozione di tecniche agricole sostenibili e la scelta di vinificare le differenti uve per singola parcella hanno elevato gli standard qualitativi e consentito di mettere a punto un raffinato ed espressivo portafoglio di etichette aziendali. Les Dames Blanches du Sud è un fresco bianco da assemblaggio di tutte le varietà allevate, mentre il viognier in purezza – denominato semplicemente V – colpisce per la ricchezza aromatica e per la vena affumicata che valorizza i profumi di pesca tabacchiera e gelsomino. Le Rosé de Grangeneuve e i due rossi fruttati, Tentation de la Marquise e L’Initiale H, si rivelano vini semplici ma di esemplare fattura, ideali per il consumo quotidiano in virtù di prezzi alquanto accessibili. Il livello espressivo cresce decisamente con i più corposi Esprit de Grenache e Vieilles Vignes, il primo caratterizzato da nitide note di frutti rossi e spezie, più fine ed equilibrato il fratello da assemblaggio paritetico di syrah e grenache che regala al naso un armonico bouquet di ciliegia nera, timo e liquirizia. I cavalli di razza della scuderia sono però i due rossi affinati in legno: da medesimo blend, il Terre d’Épices amplifica le sensazioni del Vieilles Vignes, forte di una notevole potenza ma di una trama setosa; La Truffière è invece un magnifico syrah in purezza capace di sfoderare intensi e balsamici profumi di mirtillo, rabarbaro, cioccolato e pepe nero su un corpo morbido e concentrato.
La grande bottiglia
Hermitage Rouge – Domaine Jean-Louis Chave
Jean-Louis Chave è il “tradizionalista” per antonomasia di questa denominazione per la caparbia scelta di assemblare in una unica cuvée le uve syrah dei vari ‘crus’ del leggendario sperone dell’Hermitage vinificati e affinati separatamente (Bressards, Hermite, Méal, Beaumes e Péléat). Il naso e la bocca sono un irrefrenabile ‘tourbillon’ di sensazioni che partono da profumi di chinotto, rosmarino, peperone e ginepro per sfociare man mano in sentori di tabacco, cuoio e noce moscata, su un corpo sostenuto da tannini ancora vibranti che regala al palato morbidi sapori di prugna secca, frutti di bosco e marmellata di agrumi amari. La conclusiva nota affumicata di pepe, incenso e tartufo bianco ne suggella la magica armonia di questo caleidoscopico ‘terroir’ che da sempre giganteggia per l’ineguagliabile alternanza di suoli granitici e calcarei su eterogenee esposizioni e altitudini.
(200/250 euro, prezzo medio dell’ultima annata in commercio).
Photo Credits: Roberto Sironi