Centinaio: “Serve ministero dell’agroalimentare”
Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, non è uno che le manda a dire e il suo intervento di oggi al Villaggio Coldiretti a Milano è stato deciso come al solito. Il senatore, appena rieletto, è tornato duro sul tema del Nutriscore una delle sue battaglie, avanzando – per modo di dire visto che ormai sembrerebbe cosa fatta – l’ipotesi di un ministero dell’agroalimentare: “Vogliamo che le nuove generazioni sappiano da dove arriviamo: la terra, i nostri prodotti, i territori. Non possiamo pensare che le scelte alimentari siano condizionate da un’etichetta anomala e semplificatrice che ha dietro un ragionamento banale. Tutto fa bene e tutto fa male, dipende dalle quantità che consumiamo. L’Italia deve andare nella direzione che ci sta chiedendo il settore, così che il nostro paese possa andare in Europa a testa alta e far capire perché il Nutriscore è sbagliato. Per fare questo bisogna strutturare un ministero diverso, un ministero dell’agroalimentare che permetta non solo al settore agricolo, ma all’intera filiera, di andare con la giusta voce a spiegare agli altri paesi le nostre ragioni e fare gioco di squadra in Ue, anche insieme alle associazioni di categoria.”
“Il castello del Nutriscore – ha continuato il senatore – sta già crollando, tanto che il suo ideatore è sempre più nervoso e accusa l’Italia di fare lobby. L’Italia non fa lobby, sta tutelando la Dieta Mediterranea che è patrimonio dell’umanità. In Europa abbiamo portato la questione dell’etichettatura d’origine chiedendo di indicare la provenienza. Ci hanno risposto che si rischiava di inquinare il mercato. Con l’etichettatura a semaforo il mercato non si inquina, si distrugge.”
L’attenzione del Belpaese su quanto accade in Europa nel settore è altissima. Per fare un esempio, dopo la vittoria dell’Italia e dei suoi alleati nella battaglia contro gli “health warnings” in stile pacchetto di sigarette sulle etichette delle bottiglie di vino, il senatore Centinaio aveva stigmatizzato proprio sulle pagine di oscarwine la decisione dell’Irlanda di applicare ugualmente le avvertenze nel suo territorio, in controtendenza rispetto alla decisione comunitaria: “Abbiamo mandato una nota per chiedere che la posizione del resto d’Europa non cambi. Non è corretto il discorso “se gli irlandesi vogliono andare in quella direzione fatti loro, io seguo un’altra strategia”. L’Europa ha deciso e bisogna andare tutti nella stessa direzione. Questa situazione desta preoccupazione: se ognuno decidesse per il proprio territorio, ci troveremmo di fronte a una Babele normativa. No a due pesi e due misure, altrimenti ognuno potrebbe legiferare a seconda del gradimento o meno verso una norma.”
Oggi, come mai, torna d’attualità il tema Europa/singoli stati e l’esigenza di una voce italiana forte, strutturata e autorevole è una priorità.