Caterina Mastella racconta la ‘rivoluzione’ Allegrini
L’hanno chiamata rivoluzione, qualcuno addirittura faida, e poco ci mancava che venisse citata la Guerra dei Roses. La separazione in casa Allegrini, con Marilisa “Lady Amarone” e le figlie Carlotta e Caterina da una parte e dall’altra Francesco, Giovanni e Matteo, e la cugina Silvia – rispettivamente i figli di Franco e Walter, fratelli di Marilisa – è una divisione delle cantine del gruppo.
Poggio Al Tesoro a Bolgheri, San Polo a Montalcino, e Villa Della Torre a Fumane in Valpolicella rimarranno alla famiglia di Marilisa mentre Allegrini e Corte Giara saranno di proprietà di Francesco e i suoi fratelli.
A un appassionato, poi, questioni simili interessano il giusto, l’importante è che ritrovi i vini che ama sullo scaffale dell’enoteca o al ristorante. Per renderlo possibile, però, sono necessari progetti e piani imprenditoriali. Così, siamo andati a trovare Caterina Mastella Allegrini, per parlare del futuro della sua “parte”.
Caterina, prima di dare uno sguardo al futuro, c’è qualcosa che vuoi puntualizzare sulla separazione delle aziende fra i rami della famiglia?
“Quando cresci, ci sono opinioni diverse su come agire e si rischia che venga meno una visione unitaria, che è quella che fa girare tutto. Noi continueremo a gestire le realtà alle quali eravamo più legate e il vigneto che una volta permetteva di produrre il Palazzo della Torre sarà solo nostro. Il gruppo, ci tengo a precisarlo, ha sempre avuto una visione e gestione manageriale con figure ad hoc in determinati ruoli, altrimenti un’azienda da quasi 30 milioni di fatturato e 150 dipendenti non sarebbe andata da nessuna parte. Adesso, le due parti porteranno avanti, ciascuna a modo suo, secondo la propria visione.”
Veniamo a te, questi fatti come cambieranno la tua vita e i tuoi progetti?
“Io e mia sorella Carlotta, lavorando in due cantine che ora saranno protagoniste del nostro gruppo, siamo state molto coinvolte e ascoltate da mamma sulla questione della separazione. Avremo più potere decisionale ma anche maggiori responsabilità. Le aziende che comporranno il nuovo gruppo, partendo dalla Toscana, sono Poggio al Tesoro a Bolgheri, con 70 ettari complessivi a Bolgheri e un vigneto di Viognier a Bibbona da cui produciamo il Sondraia bianco, e San Polo a Montalcino che, per il territorio, con 22 ettari è un’azienda di medie dimensioni.”
E in Veneto?
“Villa Della Torre, acquistata nel 2008, è stata la sede di rappresentanza del gruppo e il luogo dove dal 2019 venivano già prodotti tre vini separati dalla produzione di Allegrini: Valpolicella, Lugana e Amarone. Ora, acquisirà maggiore autonomia e aumenterà la produzione che passerà, nei prossimi anni, dalle attuali 25mila a 150 mila bottiglie, grazie a nuovi impianti e all’acquisizione di tutto il vigneto che circonda la Villa. Nel complesso, non abbandoneremo nessuno dei nostri asset e porteremo avanti un progetto tutto nostro, fatto non solo di vino ma anche di luoghi di ospitalità in ottica enoturistica.”
Credi che la separazione possa creare confusione nei consumatori?
“Il nostro nuovo gruppo avrà un nome ma non è ancora stato deciso e non diamo, ad ora, una tempistica anche perché ogni nostra azienda ha già una sua identità. Nei primi tempi temo sarà inevitabile un po’ di confusione nel consumatore finale, ma faremo di tutto affinché non avvenga. Daremo una chiara visione diversa al nostro progetto.”
Guardando i nomi salta all’occhio una caratteristica di questo trio…
“Eh sì, tre donne alla guida di un gruppo a impronta femminile. Un bel segnale, di grande significato soprattutto di questi tempi.”