Bilancio positivo per Slow Wine Fair e SANA Food

SANA Food e Slow Wine Fair chiudono il primo anno insieme con un bilancio molto positivo: 15.000 ingressi, con una crescita di almeno il 20% rispetto allo scorso anno. Tanti gli appassionati e gli operatori del settore che hanno potuto conoscere e degustare una selezione unica di vini che sono espressione del Manifesto del vino buono, pulito e giusto e approfittare della sinergia tra le due manifestazioni, visitandole entrambe.

Sul fronte B2B, oltre duemila gli appuntamenti professionali tra cantine e operatori del settore bio e tanti contatti informali con 300 buyer internazionali, selezionati anche grazie alla collaborazione con Italian Trade Agency (ICE) e alla piattaforma B2Match, che ha permesso ai professionisti di profilare in maniera dettagliata le aziende e le etichette corrispondenti ai loro interessi.

Sono 1.200 gli espositori di Slow Wine Fair – con oltre il 70% di cantine certificate biologiche e/o biodinamiche o in conversione – provenienti da tutte le regioni italiane e da 29 Paesi. Da un’indagine condotta in fiera, oltre il 40% degli espositori hanno intrapreso il percorso di alleggerimento della bottiglia ー al centro della Call to action della Slow Wine Coalition lanciata durante l’evento ー e altre importanti innovazioni dai tappi, alle etichette e alle scatole di confezionamento. A dimostrazione che la tematica del packaging sostenibile è molto sentita dagli espositori, sensibili alle tematiche ambientali non solo in vigna.

Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: “Quando si guarda al vino in eventi come questo, si incontrano imprenditori, famiglie, tradizioni e cultura, ma anche la difesa dell’ambiente. Il vino non è solo un prodotto, è il risultato del lavoro delle vignaiole e dei vignaioli in armonia con il territorio. Pensiamo ai terrazzamenti liguri: senza la viticoltura eroica, l’ambiente stesso sarebbe a rischio. L’Europa deve difendere questo patrimonio, evitando etichettature fuorvianti e politiche penalizzanti, perché proteggere il vino significa proteggere la nostra storia, il lavoro agricolo e la qualità che tutto il mondo ci riconosce. Promuovere un consumo consapevole non vuol dire demonizzare, ma raccontare il valore che c’è dietro ogni bottiglia, garantendo il futuro del nostro agroalimentare e la centralità dell’Italia nel panorama europeo”.

Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere: “Siamo molto soddisfatti per il successo di Slow Wine Fair, nata 4 anni fa con 400 cantine, e che oggi può contare su più di 1.000 realtà vitivinicole rappresentate e su una visitazione in crescita del 20% sul 2024. La novità di quest’anno è il suo abbinamento con SANA Food, manifestazione che fin dagli esordi si è concentrata sui temi del biologico, del naturale e dell’alimentazione sana e sostenibile, e che nel format inaugurato quest’anno si focalizza su tendenze e novità per il canale Horeca e retail specializzato. La fiera sta crescendo con qualità e ci stiamo posizionando sempre meglio. La visitazione è in aumento e l’esperimento dell’abbinata si è rivelato un successo: abbiamo imboccato una buona strada, confermata anche dal grande apprezzamento da parte degli espositori”.

Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia: “Ringraziamo il Ministro Lollobrigida, che mostra vicinanza e sostegno a Slow Food e al sistema di agricoltura che la nostra associazione vuole valorizzare. Le 1.050 cantine selezionate per Slow Wine Fair rappresentano valori ambientali, sociali, economici, ma anche culturali e identitari. Esprimono un’agricoltura di qualità, rigenerativa e virtuosa, che lavora con e non contro la natura, e che tutela la biodiversità e la fertilità dei suoli, senza le quali non ci sarebbe agricoltura e quindi cibo. Mantengono in vita quelle zone, che impropriamente chiamiamo marginali, le proteggono dal rischio ambientale e dallo spopolamento. Sono infatti proprio gli agricoltori – in questo caso viticoltrici e viticoltori – i protagonisti di questa narrazione, eppure gli stessi, che ricadono all’interno dell’80% delle imprese che in Italia, a livello di sostegno economico catalizzano solo il 20% delle risorse europee. Questo è un paradigma che va ribaltato. Il presente ha un urgente bisogno: che questo tipo di agricoltura sia sostenuta, in quanto capace non solo di valorizzare il Made in Italy, ma anche di garantire la sovranità alimentare. Per avere cibo e vino felici ci servono agricoltori felici”.

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