Beaujolais, la seducente fragranza del gamay

La côte beaujolaise, una delle più grandi regioni vinicole transalpine, si sviluppa longitudinalmente dal Mâconnais al Lionese incuneandosi tra le pendici orientali del Massiccio Centrale e il placido corso della Saona. Feudo in età medievale della casata di Beaujeu che disseminò il rigoglioso territorio di suggestivi borghi e manieri dorati grazie all’utilizzo della locale pietra calcarea dallo sfavillante color ocra, la regione fa oggi parte quasi totalmente del dipartimento del Rodano, anche se dal punto di vista geologico e ampelografico viene generalmente associata alla Borgogna di cui costituisce l’estremo lembo meridionale.

Dietro alla stereotipata immagine di grande produttore di vini novelli (i cosiddetti ‘nouveau’) dalla fresca beva e senza prerogativa di invecchiamento, il Beaujolais cela una viticoltura di elevata qualità con due interessanti denominazioni regionali – Beaujolais e Beaujolais-Villages – e soprattutto con dieci poliedriche ‘appellations’ cru di soli vini rossi che esprimono l’anima più nobile dell’imperante varietà Gamay. La presenza di quest’ultima sul 98% dell’intero vigneto (il restante è adibito a Chardonnay che confluisce nelle suddette denominazioni generiche) testimonia il legame sinergico che lega il leggiadro figlio del Pinot Noir all’angolo di Francia in questione, da sempre suo habitat elettivo in virtù dei suoli calcarei e granitici di matrice vulcanica che ne esaltano freschezza e profondità aromatica.

Le principali caratteristiche delle locali etichette da uve Gamay in purezza sono riassumibili nel colore rubino intenso con sfumature purpuree, nei profumi boschivi, nel frutto carnoso dove svetta la ciliegia matura e nell’imbattibile rapporto qualità/prezzo. Le dieci grandi denominazioni sono invece più strutturate e sensuali, capaci di sfoderare una straordinaria complessità olfattiva in cui frutta rossa e piccole bacche nere si armonizzano a sfumature speziate e minerali. Le elenchiamo qui di seguito in ordine latitudinale da nord a sud, divertendoci ad attribuire due aggettivi distintivi ai vini di ciascuna di esse: Saint-Amour (leggeri e floreali), Juliénas (resinosi e crepuscolari), Chénas (tannici e iodati), Moulin-à-Vent (austeri e minerali), Fleurie (setosi e fruttati), Chiroubles (sapidi e affumicati), Morgon (polposi e speziati), Régnié (morbidi e raffinati), Brouilly (profondi e viscerali), Côte-de-Brouilly (freschi e croccanti).

Cantine imperdibili

Domaine Paul Janin & Fils – Romanèche-Thorins

Eric Janin rappresenta la quarta generazione di una storica dinastia di viticoltori che gestisce questa tenuta e i vigneti di proprietà distribuiti in varie località dell’area settentrionale della regione fin dagli anni Trenta del secolo scorso. La semplice abitazione di famiglia adiacente alla piccola cantina è un inequivocabile biglietto da visita della filosofia artigianale che anima tutta la produzione aziendale: valorizzazione dei singoli terroir e della personalità di ciascun cru. Il rispetto per il territorio e per i cicli naturali delle vecchie vigne, sommati alla padronanza tecnica e ai preziosi insegnamenti di famiglia, consentono oggi a Eric di produrre vini dal piglio nitido ed elegante in cui freschezza e frutto nobilitano la densità dei polposi tannini.

Il robusto e gastronomico Beaujolais-Villages Rouge Piémonts inquadra perfettamente l’impronta stilistica e introduce un raffinato Chénas dai delicati profumi di ciliegia matura e cioccolato fondente, al quale risponde un minerale e affumicato Brouilly in cui i fragranti sentori di lampone si amalgamano a golosi ricordi di pasticceria. Il vertice della gamma è rappresentato dalla fulgida batteria dei quattro Moulin-à-Vent che testimoniano la poliedricità di questa rinomata ‘appellation’ comunale. La cuvée Saprolite prende il nome dai terreni rocciosi ricchi di saproliti che caratterizzano alcune zone della denominazione, dai quali attinge una formidabile mineralità che bilancia armoniosamente la ricchezza del frutto e la dolcezza dei tannini.

Il più strutturato Moulin-à-Vent Héritage colpisce invece per l’ampiezza aromatica (fragola, mora, cassis, pepe nero e cacao amaro) impartita dal mosaico di differenti terroir, mentre Les Greneriers esprime il profilo verticale dell’omonimo cru nel sorso vellutato e negli eleganti sentori di ciliegia matura, liquirizia e grafite. La cuvée Vignes de Tremblay è il fiore all’occhiello della ‘maison’: il colore profondo e il leggiadro bouquet di piccoli frutti neri, menta e chiodi di garofano ne esaltano la trama avvolgente e setosa, sostenuta da una stupefacente acidità che rinfresca la bocca e promette luminosa longevità. Forte della vicinanza con l’adiacente Mâconnais, la cantina produce anche il Beaujolais-Villages Blanc Argiles, un fulgido chardonnay in purezza dalle fresche note agrumate e floreali, sorrette da una marcata vena minerale che tonifica il palato.

Daniel Bouland – Villié-Morgon

Daniel è il ritratto del ‘vigneron’ artigiano nell’espressione più pura e genuina del termine. Umile e riservato, dedica ogni energia a curare amorevolmente le sue secolari viti a cespuglio piantate su ripidi pendii dal terroir eccezionale e a cesellare gli appezzamenti più giovani che beneficiano dell’accurata selezione massale effettuata nei suggestivi vigneti storici. Tutte le uve vengono raccolte a mano e fermentano a grappolo intero su lieviti indigeni in tini di cemento prima dell’affinamento in vecchie botti di legno. Imbottigliati senza filtrazione, come da radicate consuetudini contadine, i vini traboccano di personalità e sono diventati oggetto di culto tra gli estimatori del genere per la straordinaria profondità espressiva e l’inconsueta predisposizione a lunghi invecchiamenti.

Il territoriale Chiroubles Chatenay dal dolce sapore di fragola e il più speziato Côte-de-Brouilly Cuvée Mélanie, in cui una curiosa nota di arancia candita abbellisce i classici profumi di frutti di bosco, aprono la strada a una formidabile selezione di cinque Morgon, tutti contraddistinti da graffiante precisione e solenne finezza. La trama minerale del Vieilles Vignes, dove spiccano nitidi sentori di piccoli frutti neri e olive mature, prepara il palato all’esplosione di frutta rossa della cuvée Bellevue, realizzata con i grappoli di un appezzamento dal singolare suolo granitico a struttura scistosa. Ultimo gioiello della scuderia, il Morgon Pré Jourdan nasce nell’omonima parcella al confine con Fleurie e il sottile bouquet affumicato ne sottolinea la seducente impronta crepuscolare.

Tutt’altro profilo caratterizza il cavallo di battaglia aziendale, l’equilibrata e succulenta cuvée Corcelette, prodiga di esuberanti aromi floreali e fruttati con susina e rosa antica in bella evidenza sopra la trama setosa. Le uve della centenaria vigna del cuore confluiscono infine nel sontuoso Morgon Les Delys, un vino muscoloso dal tannino vellutato in cui i profumi di mora e ciliegia si intrecciano a note speziate e a una piacevole venatura salina: la fragranza del gamay all’ennesima potenza.

Etichette interessanti

Morgon Côte du Py – Jean Foillard

Il Côte du Py è unanimemente considerato dagli operatori del settore uno dei grandi cru della regione, se non addirittura il più blasonato in assoluto. Il fondo scistico che caratterizza i terreni argilloso-calcarei della costa più vocata dell’omonimo vulcano spento imprime ai grappoli di gamay una profondità vertiginosa. La gestione biologica della vigna e di tutti i processi produttivi adottata con successo da Jean contribuisce alla nascita di un fuoriclasse vibrante e minerale, in cui la struttura austera si snoda in un corpo profondo e vellutato su cui danzano complessi sentori di mora, lampone, rabarbaro e cannella. L’instancabile finale porta alla luce un corroborante retrogusto di liquirizia e sottobosco che incanta e delizia il palato.

Fleurie Vers Le Mont – Manoir du Carra

La valorizzazione del terroir e il rispetto della natura sono i capisaldi del rinnovamento apportato dai giovani fratelli Sambardier nel riuscito rilancio di questa storica cantina di Dénicé. Questa cuvée riassume perfettamente la nuova impronta aziendale che vuole coniugare la tipica morbidezza del gamay a un tannino importante per una beva scorrevole ma al contempo ricercata. Sulla veste rosso intenso giostrano inebrianti profumi floreali di giglio e peonia che accompagnano i caratteristici sentori di mirtillo e lampone. Gli aromi speziati di cannella e chiodi di garofano introducono un sorso rotondo ed elegante in cui domina il sapore carnoso della ciliegia matura, corroborato da un’apprezzabile nota affumicata.

Juliénas Vieilles Vignes – Domaine des Chers

I vini di Juliénas realizzati con uve di vecchie vigne si caratterizzano per la potenza e l’austerità conferiti dalla miscela granitico-argillosa dei propri terreni. La versione di Arnaud Briday si presenta nel bicchiere con una veste purpurea e un fruttato bouquet di fragola e lampone, arricchito da sentori di cuoio e peonia. Il sorso goloso in cui prevalgono le bacche nere è sorretto da tannini dolci e da una vena acida che ne assicura freschezza e persistenza al palato.

Chiroubles Cœur de Femme – Domaine Christophe Savoye

Il nome, la forma slanciata della bottiglia, la sinuosa immagine stilizzata dell’etichetta e il bel colore granata preannunciano la grazia di questa cuvée realizzata con i migliori grappoli di viti centenarie del vocato cru Côte-Rôtie e dedicata a tutte le donne. I carezzevoli sentori di frutta rossa matura si amalgamano a una soffusa nota di legno di cedro e a profumi di violetta e tabacco da pipa. I tannini setosi accompagnano una trama massiccia ma decisamente armoniosa ed elegante, caratterizzata da polposi sentori di mora, amarena e spezie dolci.

Photo credits: Roberto Sironi

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