Anime e vino: gatte ladre, investigatori e pirati
Questa settimana, per l’appuntamento anime e vino nessun robottone ma tre serie, due storiche e una più recente, di grandissimo successo.
Partiamo dall’ultima in ordine cronologico, One Piece, anime ambientato in un mondo dei pirati popolato da frutti magici, animali fantastici e superpoteri, in onda dal 1999 – è tratto dal manga scritto e disegnato da Eiichirō Oda – che ha superato i 900 episodi (chi volesse vederlo dalla prima puntata, quanto tempo impiegherebbe?).
Tra gli estimatori di vino troviamo Drakul Mihawk, od “Occhio di falco”, membro della Flotta dei Sette, maestro di Zoro e proprietario della Spada Nera (lo so, letto così sembra la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare). Non mancano altri liquori e classiche bevande della cultura pirata come il rum.
Qui vediamo Nami alticcia dopo qualche bicchiere, ehm boccale, di troppo.
Facciamo un salto nel passato, con due serie dello stesso autore, scollegate tra loro ad eccezione di…un bar: il Cat’s Eye.
Parliamo di Occhi di Gatto e di City Hunter, entrambi scritti e disegnati da Tsukasa Hōjō, che raccontano rispettivamente le avventure delle sorelle Ai (Tati), Hitomi (Sheila) e Rui (Kelly) , diventate ladre per trovare il padre scomparso, e dell’investigatore/killer Ryo Saeba.
La vita televisiva delle “gatte” è stata meno fortunata di quella di City Hunter. Le tre sorelle hanno collezionato due serie da 36 e 37 episodi, in onda tra il 1983 e 1985, la prima fedele al fumetto, la seconda e ultima slegata dal manga e, cosa peggiore, conclusasi con un finale aperto che lasciò l’amaro in bocca ai telespettatori.
Non mancano, ovviamente, episodi dove compare il vino, fatto non inconsueto visto che le ragazze sono le proprietarie del bar Cat’s Eye, presente anche in City Hunter (e a dirla tutta anche nello spinoff Angel Heart), dove è gestito da Umibozu (in italiano Falcon) e dalla sua “compagna” Miki (uno dei pochi nomi risparmiati nell’adattamento tricolore).
Del passaggio di proprietà del bar non se ne parla ma è sicuramente lo stesso visto nella serie delle ladre.
City Hunter, come detto, ha avuto una permanenza più lunga nel tubo catodico: quattro stagioni per un totale di 140 episodi. Il protagonista, Ryo Saeba, è un investigatore privato, che accetta incarichi sono da donne bellissime. Il suo punto debole, infatti, è il gentil sesso, che lo allontana di continuo per i suoi modi da fare simili a quelli di un maniaco sessuale, atteggiamento in antitesi all’estrema serietà dimostrata quando è al lavoro.
Oltre alla compagnia femminile, il buon Hunter (nome in italiano) non si lascia sfuggire un buon bicchiere quando capita.
E visto che molte zone d’Italia sono tornate gialle, brindate anche voi con un calice di vino o una birra, aiutando la ristorazione tornata a lavorare dopo tanto tempo.
つづく