Vermentino e Sangiovese, anime di Montecucco
Il termine Montecucco identifica nel vino due denominazioni di origine diverse. La DOC si caratterizza per una classificazione dei vini nelle tradizionali tipologie Bianco, Rosato, Rosso, con menzione anche Riserva, Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice, ma con in più una tipologia, significativa per il mercato, dedicata ad un solo vitigno, il vermentino. La Denominazione di Origine Controllata e Garantita è invece associata esclusivamente a vini rossi realizzati con il vitigno principe della zona, il sangiovese.
Il territorio è unico per entrambe le denominazioni. Siamo al centro dell’Etruria storica, e sono proprio degli Etruschi le prime testimonianze di coltivazione della vite in questa zona giunte fino a noi. La produzione è limitata a 7 comuni della Provincia di Grosseto, che sono Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso, Cinigiano, Campagnatico, Civitella Paganico e Roccalbegna, distribuiti tra Montalcino e il Monte Amiata a Nord Est e la zona del Morellino e il mare dell’Argentario a Sud Ovest. Un paesaggio fatto di morbide ondulazioni collinari, con filari di cipressi e vigne ed ampi prati dedicati alla fienagione.
Grazie alla qualità e serbevolezza dei vini e alla dedizione di un crescente numero di giovani produttori, sempre più orientati all’adozione di pratiche poco invasive nel rispetto del territorio, il Montecucco sta crescendo, lentamente ma in modo costante, anche nel favore dei consumatori. Alfieri di questa crescita sono i vini Montecucco Vermentino DOC e Montecucco Sangiovese DOCG.
Ne è testimonianza diretta l’incremento del numero di aziende produttrici. Si pensi che quelle aderenti al Consorzio di Tutela, nato nel 2000 dopo l’istituzione della DOC Montecucco nel 1998, seguita poi della DOCG Montecucco Sangiovese nel 2011, sono passate dalle circa 20 iniziali alle attuali 65, praticamente tutte caratterizzate da piccole produzioni tese a valorizzare singoli vigneti.
Il carattere dei vini deve molto al quadro pedoclimatico e alle caratteristiche dei suoli. Estrema piacevolezza con sapidità e frutto per il Vermentino, bevibilità, corpo e un certo tratto aristocratico, ma non eccessivamente austero, nel Sangiovese, solitamente accompagnato da un intrigante e persistente grip al palato che lo fanno apprezzare anche in abbinamento con i sapori più intensi della cucina toscana.
Un contributo essenziale alla riuscita qualitativa viene poi dal microclima: tanto sole, forti escursioni termiche e una costante e continua ventilazione tra Mar Tirreno e Monte Amiata che permettono alla vigna di maturare perfettamente senza subire i picchi di calore che solitamente affliggono le pianure con clima continentale. Un quadro ideale sia per il Vermentino sia per il Sangiovese, che prediligono il caldo e le forti escursioni termiche tra la notte e il giorno ma che soffrono più di altri l’umidità. Tutti fattori che si traducono nel bicchiere con una qualità più che pregevole, donando ampiezza e finezza ai profumi ed eleganza e sapidità al sorso.