Cantina Puiatti, acciaio e semplicità
“No oak aged wines”, vini non affinati in legno. È questa la headline alla base della filosofia produttiva di Cantina Puiatti, più di 40 ettari vitati a Romans d’Isonzo, in Friuli. Un territorio pedecollinare, ghiaioso e fresco, che ospita le varietà che danno origine a vini raffinati, eleganti e di buona struttura, caratterizzati da grande sapidità e mineralità. Vini e azienda fortemente identitari, per certi versi quasi controcorrente rispetto alle tendenze del momento. Per saperne di più oscarwine ha intervistato Ettore Nicoletto, amministratore delegato della cantina friulana.
Sul vostro sito si legge una frase attribuita a Vittorio Puiatti, il fondatore: “La natura ama la semplicità, la semplicità è la forma della grandezza.”
“Per noi è importante saper valorizzare i vini senza intervenire troppo in vigna e in cantina. “Less is more” è un principio fondamentale per Puiatti che anche nell’architettura della cantina si presenta con linee semplici e pulite”.
In poche parole ci racconta la storia di Puiatti?
“Tutto nasce nel 1967 a Romans d’Isonzo, in Friuli, in un territorio con uno straordinario clima composto da un mix di venti di origine marittima che si fondono con quelli continentali; una bora fredda e secca mitigata dalle brezze marine dell’Adriatico. L’azienda è entrata a far parte di Bertani Domains nel 2015, è una delle più storiche del territorio, con una struttura moderna perfettamente integrata con l’areale circostante”.
Nella vostra comunicazione compaiono spesso rimandi allo “stile Puiatti”. Di cosa si tratta?
“Da sempre i vini di Cantina Puiatti fermentano e maturano senza alcun contatto con il legno, conservando la giusta gradazione del frutto non surmaturato, affinchè ne siano la genuina espressione. La pulizia dei mosti avviene per decantazione fisica e tutti i processi si svolgono in contenitori di acciaio con controllo delle temperature e con modalità differenti a seconda della natura e dell’annata. I vini più importanti completano in bottiglia il lungo percorso evolutivo, riuscendo così a esprimere tutte le loro caratteristiche naturali. Ogni apporto, ogni additivo, ogni agente esterno è assolutamente bandito per un colore dei vini proprio e autentico. Il territorio, con il clima fresco, le escursioni termiche e i terreni ricchi di minerali e la particolare attitudine dei vitigni sono gli altri motivi che ci hanno spinto a seguire questa vocazione”.
Per voi è fondamentale evitare l’uso del legno. Come mai?
“Perché il legno non appartiene alla nostra filosofia. La nostra idea di vino in cantina Puiatti, fresco, scattante, di grande bevibilità, gastronomico, si sposa idealmente con una vinificazione in acciaio”.
Un DNA ben preciso, quindi. Qual è la vostra filosofia?
“Nasciamo con un’idea stilistica moderna, che ha precorso i tempi. Guardiamo alla qualità senza scendere a compromessi, cercando un grande equilibrio tra i nostri plus e il prezzo proposto. La filosofia è strettamente collegata allo stile. Per noi di Puiatti è importante che i vitigni raccontino le proprie peculiari caratteristiche, senza intervenire in alcun modo nelle varie fasi del processo produttivo”.
Una panoramica sulla vostra produzione.
“La Ribolla Gialla gioca un ruolo importante, ne facciamo anche una versione metodo classico di grande successo. A breve verranno proposte anche due versioni di Prosecco, Brut e Brut Rosé, per allargare la gamma, sempre in chiave di grande piacevolezza e convivialità spensierata. Gli altri nostri vini sono i classici del territorio, dal Pinot Grigio al Sauvignon, fino ad arrivare al Friulano”.
A chi vi rivolgete? Quali sono i vostri mercati di riferimento?
“Abbiamo una buona distribuzione, equilibrata sia in termini di canali (moderno e tradizionale, con due linee diverse) che come posizionamento tra Italia ed estero, con Germania e USA in primo piano”.
Vi siete regalati un’operazione di rebranding e, soprattutto, un nuovo look. Perché?
“La nuova immagine dei monovarietali è l’espressione di un’identità asciutta, solida, consistente, autentica. Un vestito rinnovato per comunicare al meglio, già dal packaging, una cantina contemporanea. Il marchio dialoga con un’etichetta aziendale in cui il logo gioca un ruolo da protagonista e, per sottolineare lo spirito internazionale, si è optato per dei tappi a vite, perfetti per questo genere di vini. Anche la scala cromatica segue la coerenza della nuova idea stilistica: la palette primaria riprende i toni dell’acciaio, materiale su cui si fonda il metodo della cantina, mentre i colori secondari si ispirano alla natura e mineralità del luogo. La tipografia è alla base del linguaggio del brand e dà origine a un’identità asciutta e consistente”.
Quali sono i piani futuri di Puiatti?
“Confidiamo che la nuova immagine, coerente con il progetto enologico, consenta il giusto posizionamento per questi vini, così territoriali, moderni, ben fatti, capaci di parlare al pubblico, immediatamente comprensibili e fortemente identitari”.