Anime e vino: Lamu, Kyoko, Ranma e Inuyasha
Oggi, anime e vino celebra Rumiko Takahashi, la fumettista nipponica ribattezzata “regina dei manga”. Il nome a molti non sarà noto ma le opere dell’artista di Niigata scelte oggi non potranno non far scendere una lacrimuccia ai quarantenni e far scoprire ai più giovani altre opere della Takahashi, autrice anche di un recente anime di successo.
Quattro i nomi scelti per voi: Lamu (Urusei Yatsura,”I tizi del pianeta Uru”), Maison Ikkoku – Cara dolce Kyoko (Mezon Ikkoku), Ranma ½ (Ranma ni bun no ichi) e Inuyasha. Ad eccezione di Maison Ikkoku, ambientato ai giorni nostri in un contesto quotidiano assolutamente normale, gli altri anime hanno tutti una componente fantascientifica o fantasy: unico comun denominatore, l’ironia tipica di tutte e quattro le serie.
Partiamo da Lamu, l’aliena più amata dai quarantenni. Il cartone animato ha per protagonisti dei liceali e il vino o il sakè non compaiono molto spesso (in un episodio, il professore di inglese di Ataru dice espressamente che ai giovani non bisogna offrire da bere) ma siamo comunque riusciti a trovare alcune puntate in cui compare la bevanda giapponese. Una curiosità: la sigla dell’anime è famosissima ma nessuno sa chi siano gli autori né si conosce il nome del cantante. Quando scoprì che il brano non era stato registrato alla SIAE, Mirko Fabbreschi, solista del gruppo Raggi Fotonici, lo depositò in SIAE con il titolo “Lamù, la ragazza dello spazio” con la speranza di conoscere un giorno gli autori: sembra che il cantante abbia dichiarato che cederà loro tutti i diritti se si paleseranno. Dovessero risolvere un mistero che va avanti da oltre 30 anni, sarebbe di certo un’occasione per brindare.
Veniamo ora a Maison Ikkoku, la storia d’amore più lunga degli anime giapponesi (96 episodi, nel caso ce ne siano altrettanto lunghe scriveteci) terminata, incredibilmente, con un matrimonio felice (la storia, vedi Andrè di Lady Oscar in poi o Anthony di Candy Candy, ci insegna che i fidanzamenti nei cartoni animati nipponici finiscono spesso in tragedia). Cara dolce Kyoko è un prodotto più maturo di Lamu e offre uno spaccato della società giapponese poco conosciuto in Italia: il difficile accesso alle università e la successiva ricerca di un lavoro. In questo caso, scovare scene dove appaiono vino o altri alcolici è stata cosa semplicissima dato che non c’è episodio in cui Godai, il protagonista maschile della storia, non trovi la stanza della sua pensione occupata dagli invadenti Ichinose, Akemi e Yotsuya, sempre pronti a fare festa e ubriacarsi, anche senza motivo.
Unisce l’ironia dei suoi “predecessori” a un tocco fantastico Ranma ½, storia di un adolescente formato nelle arti marziali che, dopo essere caduto in una fonte maledetta, si trasforma in donna ogni volta che si bagna con acqua fredda. Altra “maledizione” di Ranma è quella di essere corteggiato sia da uomini che da donne, che non solo non conoscono il suo segreto ma spesso odiano la sua controparte sessuale. Come in Lamu, i protagonisti della storia sono degli adolescenti; il vino, solitamente, compare durante serate conviviali tra Genma Saotome, padre di Ranma, e il suo più caro amico, Soun Tendo, oppure quando si palesa il loro maestro, Happosai, un imbattibile guerriero di 400 anni con il vizio di rubare biancheria intima femminile e non solo.
Inuyasha andò in onda per la prima volta nel 2000 ma la storia è ambientata nell’epoca Sengoku, cinque secoli prima delle altre tre serie firmate da Rumiko Takahashi. Il racconto ha per protagonisti uomini e demoni e i toni sono spesso drammatici. Non manca comunque l’ironia alla quale l’autrice ci aveva abituati negli anime, compreso il maniaco di turno che, questa volta, ha l’aspetto del monaco Miroku. Il vino? È anch’esso una componente ironica e appare in situazioni leggere e divertenti.
つづく