Bollicine di capodanno: scaramanzie e verità
Paese che vai usanza che trovi, ma in Italia i classici di capodanno sono tre: indossare intimo di colore rosso, mangiare cotechino e lenticchie e…le bollicine a mezzanotte.
Sorvoliamo sull’intimo scarlatto per rispetto della fascia protetta e sul canonico piatto a base di maiale e legumi, argomento per altri, e concentriamoci sul vino. Nel nostro paese è usanza dare il benvenuto al nuovo anno – mai come questa volta il passaggio di consegne sarà gradito visti gli eventi tragici del 2020 – facendo saltare con un fragoroso botto i tappi di una bottiglia di spumante o champagne.
Inorridiranno i sommelier che con precisi movimenti evitano che il tappo schizzi, preferendo farlo uscire fuori lentamente ed elegantemente (evitiamo poi di aprire una parentesi sugli sciabolatori), ma la maggior parte delle persone preferisce farli volare e non disdegna nemmeno una pioggia alcolica, quando capita.
Vediamo alcuni aspetti di questa usanza, da quelli pratici a quelli scaramantici.
APERTURA DI UNA BOTTIGLIA
Le bollicine devono essere tenute rigorosamente al fresco, possibilmente in acqua e ghiaccio. Inutile sottolineare che va evitato di agitare le bottiglie. Il primo passo per procedere all’apertura e asciugare la bottiglia, per scongiurare che scivoli dalle mani e poterla gestire senza inconvenienti. Poi, una volta tolta la capsula, bisogna allentare e rimuovere la gabbietta, tenendo fermo con il pollice, una volta liberato, il tappo per evitare che salti da solo; a questo punto, si fa ruotare la base della bottiglia, optando tra due possibilità: esercitare una pressione contraria a quella interna della bottiglia per evitare rumori o lasciare andare il tappo per un beneaugurante botto, simbolo dell’espulsione degli aspetti negativi dell’anno trascorso (per la stessa credenza, in alcune regioni della Francia si scende in strada con i campanacci per cacciare le streghe mentre in alcune città della Thailandia si sparano colpi di cannone in sequenza dai centri delle città verso l’esterno per allontanare gli spiriti maligni fuori dalle mura). Noi italiani abbiamo optato per una soluzione semplice e piacevole per il palato.
LE CREDENZE
Alcune scaramanzie legate al vino e agli spumanti in particolare affondano le radici in fatti reali. Straordinario che alcune persone, parlando di situazioni prive di fondamento scientifico, dividano le usanze tra quelle che funzionano o meno.
La prima è non versare il vino “al contrario”, con il dorso della mano rivolto verso il tavolo. Questo timore nasce perché nell’antichità venivano usati degli anelli contenenti veleno che, una volta aperti, grazie a questo particolare movimento della mano, veniva rovesciato nel vino della vittima designata. A meno che non vi chiamiate Joffrey Baratheon o che siate particolarmente antipatici, non avete niente da temere, tranne che il vino si rovesci sulla tovaglia macchiandola.
Prendiamo spunto da questa situazione per parlare di un’altra credenza: quando il vino cade sulla tovaglia, bisogna toccarlo con un dito e bagnarsi dietro l’orecchio o sul collo. Qualcuno dice che in passato lo facessero le donne per attirare gli uomini, probabilmente ubriachi, col profumo del vino per farsi baciare sul collo, ma la maggior parte delle persone accetta questa regola come se fosse scritta nella pietra, senza cercare almeno una giustificazione storica.
LA REALTÀ DEL MERCATO
Veniamo a qualche freddo numero del mercato. Secondo dati UIV- Ismea, dovrebbero essere 77 milioni le bottiglie di bollicine consumate in Italia tra Natale e Capodanno, di queste solo 3,5 milioni provenienti dall’estero. Si pensa che salteranno meno tappi (-2,8%) a causa del calo delle bollicine d’importazione (-12,5%, meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3% (quasi 74 milioni di bottiglie). Segnali positivi per il nostro export, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo il forecast Uiv-Ismea, le feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie soprattutto alla Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco.
IN CONCLUSIONE
I botti migliori a Capodanno sono quelli degli spumanti, non quelli che si sparano, col rischio di ferimenti alle persone o ai nostri amici domestici che, in alcuni casi, corrono grossi rischi connessi allo spavento, anche per il semplice rumore. Festeggiate come preferite, ma sempre in sicurezza.
Buon anno a tutti da oscarwine!