Aperitivo con Falanghina e Aglianico…spumante
Dopo aver conosciuto Alfonsina Cornacchia, responsabile commerciale e pubbliche relazioni della cantina Historia Antiqua, ci era rimasta la curiosità di assaggiare i suoi vini, tutti prodotti con vitigni autoctoni campani: Aglianico, Fiano, Coda di volpe, Falanghina e Greco di Tufo.
Abbiamo iniziato con due bollicine, l’HAQ brut e l’HAQ Rosè, spumanti ottenuti da uve Aglianico. Il principe dei rossi campani spumantizzato per aperitivo è stata una piacevole sorpresa: fresco, sapido, con sentori di frutta tropicale il brut (immaginatelo con ostriche e crostacei); caratterizzato da una piacevolissima e fine nota di rosa e fragoline di bosco il rosè, ideale tanto come aperitivo che per chiudere un pasto. Due prodotti equilibrati, sorprendente il brut.
Tra i bianchi fermi di Historia Antiqua abbiamo scelto la Falanghina IGT e l’Irpinia Falanghina Doc. La IGT è una Falanghina dalla freschezza marcata ma non invadente, dal profumo intenso di mele e pesca bianca, poco alcolica, un vino che evoca ricordi estivi, aperitivi al tramonto ma soprattutto che, controllando lo shop della cantina, ha un ottimo rapporto qualità prezzo (un ritocchino in alto di quest’ultimo sarebbe assolutamente giustificato e non offenderebbe nessuno).
L’Irpinia Falanghina Doc fa sentire la sua maggiore struttura ma soprattutto il suo alcol, più importante della IGT mentre i sentori sono più evoluti, di frutta a polpa gialla. Mentre la IGT ha incontrato immediatamente il gusto di tutti i presenti alla degustazione, la Doc ha dato vita a un conciliabolo di alcuni amici ristoratori che ne hanno percepito le potenzialità come vino da pasto e hanno iniziato a discutere di possibili abbinamenti, evitando scontati accostamenti a piatti di pesce.
Veniamo all’Aglianico. Tra i diversi prodotti della cantina campana abbiamo deciso di degustare la Doc. Perché non il Taurasi? Da un prodotto che trascorre 2 anni in acciaio e 12 mesi in botte è ovvio aspettarsi tanto, un vino austero, elegante, di gran classe: la sintesi del “ti piace vincere facile”. Così abbiamo puntato sulla Doc, nata da uve vendemmiate fra fine ottobre e inizio novembre e frutto di un affinamento in acciaio di 12 mesi. Il terzo giorno di estate ha regalato alla Capitale 33 gradi centigradi alle ore 18. Vista la temperatura ambiente non ideale per il nostro rosso, ne abbiamo leggermente abbassata la temperatura. Ci siamo trovati davanti un vino lungo ed equilibrato dai tannini evidenti ma piacevoli, un bouquet ampio con note di frutta rossa e un finale più importante, di tabacco, spezie. Con i giusti accorgimenti il vino rosso si può bere anche nei mesi caldi, perché privarsi di questo piacere?