Il Mercato FIVI 2024 nel racconto dei Vignaioli
28.000 presenze per la 13a edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI dello scorso novembre a BolognaFiere. Il principale evento della Federazione dei Vignaioli Indipendenti, nonchè uno dei più importanti in assoluto nel mondo del vino italiano, ha visto la partecipazione di 1.008 vignaioli che hanno animato i due padiglioni dedicati all’evento, offrendo all’assaggio e all’acquisto del pubblico oltre 8.000 vini.
Oscarwine ha raccolto le impressioni di alcuni dei vignaioli presenti, partendo dal presidente FIVI Lorenzo Cesconi: “Nonostante la forte incertezza economica nel mondo del vino, il mercato è andato molto bene. Nella giornata di sabato abbiamo avuto un aumento di visitatori del 20% rispetto all’anno scorso, mentre la domenica è stata condizionata dallo sciopero dei treni. Sono aumentate anche le presenze dei vignaioli e in BolognaFiere abbiamo trovato un partner che finalmente ci dà un servizio adeguato, all’altezza dei nostri numeri. Rispetto alla passata edizione, che è stata per noi una specie di rodaggio, quest’anno abbiamo iniziamo a capire il potenziale di Bologna: appena la città prenderà piena consapevolezza di questo evento, ci toglieremo grandi soddisfazioni. Su questo ormai non ho dubbi.”
“Bella anche la collaborazione con gli olivicoltori indipendenti della FIOI.” – prosegue Cesconi – “Con loro condividiamo la filosofia delle aziende familiari molto radicate sul territorio, che seguono tutta la filiera e producono olio d’oliva di qualità a carattere artigianale. È un modo per aprire gli orizzonti, per stringere legami nel mondo dell’agricoltura di qualità. L’unica nota stonata di questi tre giorni è stato qualche problema di servizio, poco dipendente da FIVI, come ad esempio la distribuzione dei bicchieri troppo lenta. Il nostro evento vede tanta gente entrare in contemporanea, soprattutto nelle prime ore. Faremo di tutto perchè ciò non accada più: bisogna assolutamente essere più organizzati per accogliere il pubblico come si deve.”
Rita Babini, segretario nazionale della Federazione e vignaiola in Emilia-Romagna con la sua azienda Ancarani: “Siamo arrivati alla tredicesima edizione del mercato ed è una bella soddisfazione vedere che ci sono dei degli affezionati che che ci seguono fin dagli esordi. Abbiamo superato quella soglia psicologica dei 1.000 espositori che ci ha sempre spaventato un po’, ma grazie ai numeri sempre in aumento ogni anno si riescono a scoprire delle realtà nuove.”
“Da poco abbiamo commissionato a Nomisma un’indagine per avere una fotografia di quello che poteva essere l’impatto economico di FIVI all’interno della filiera vitivinicola e sono emersi dati interessanti – continua Babini – sul prezzo medio di vendita, quindi sulla qualità dei prodotti che andiamo a proporre, e sulle azioni mirate alla sostenibilità ambientale, restituendo una sensazione di virtuosità all’interno della filiera. Spero che questa indagine porti visibilità e considerazione anche da parte delle istituzioni, con le quali ultimamente stiamo collaborando molto bene, sia a livello nazionale che locale.”
Abbiamo parlato anche con il consigliere Pietro Monti dell’azienda piemontese Roccasanta: “La nostra non è una fiera, ma un vero e proprio mercato e si respira un’aria diversa. I vicini di stand cambiano ogni ano ed è bello condividere con loro esperienze, sensazioni, idee. Questa atmosfera secondo me si riflette anche sui visitatori, che percepiscono un diverso modo di partecipare al mondo del vino. Diventa tutto molto più genuino, senza artefatti, uno spazio dove il vignaiolo e il suo prodotto hanno il giusto palcoscenico. Speriamo che la politica se ne accorga e venga ancora in maniera più importante a trovarci, perché siamo una realtà molto in crescita, fatta di aziende che investono tanto sui propri territori.”
Ci spostiamo in Calabria, ascoltando l’opinione di Laura Pacelli: “Il mercato è andato bene ed è sempre bello partecipare. Probabilmente con il passaggio a Bologna si è persa un po’ quell’atmosfera anche goliardica di collettivo di vignaioli in cui ci si sente tutti parte di una grande famiglia. Ora forse si pensa più a vendere il proprio prodotto e a promuovere il marchio collettivo come specchio del territorio e della filiera corta interna. Dico sempre che quando si diventa troppo grandi si finisce per perdere di identità. Non dico che si debba rimanere un’associazione con numeri limitati, però quantomeno avere ben chiaro un obiettivo di lungo periodo su quello che vorrà essere FIVI nei prossimi anni.”
È il turno di Fabian Korsic, produttore nel Collio: “In controtendenza con il periodo di flessione del mercato del vino, ho riscontrato un interesse immutato da parte di un pubblico interessato, colto, curioso e qualificato. Lo spostamento da Piacenza aveva destato qualche preoccupazione, ma devo dire che l’affluenza a Bologna è stata notevole. Penso che il Mercato FIVI sia una delle migliori manifestazioni del vino in Italia, un’isola felice in un momento difficile.”
“Questo secondo anno a Bologna mi sembra sia andato molto bene. – ci dice Michela Adriano (Adriano Marco e Vittorio – Piemonte) – “Ho visto molta positività nella gente, soprattutto per una manifestazione che arriva alla fine di un anno che ha portato tante preoccupazioni nel settore del vino. Ho notato un’ottima affluenza e grande interesse verso gli autoctoni, voglia di conoscere la storia dietro le bottiglie. Il pubblico apprezza il nostro lavoro, lo vuole capire e anche in un periodo di crisi come questo c’è sempre la giusta attenzione. Quindi sorrisi e una ventata di energia positiva, inaspettata dopo un 2024 così.”
Dalla Sardegna Antonello Cau dell’azienda Tanca Raina commenta così: “Il mercato per noi è ottimo, dal punto di vista delle vendite è andato molto bene, ma purtroppo a Bologna ho visto una diminuzione della presenza dei buyer. Piacenza raccoglieva tutto il bacino di addetti ai lavori e ristoratori del nord Italia, mentre ora mi sembra ci siano molti più appassionati e curiosi. Ho il sospetto che nei prossimi anni potrebbe esserci qualche problema di partecipazione, sia per il momento di crisi del mondo del vino che per la tipologia di pubblico. Secondo me, la scelta strategica di privilegiare il b2c al momento non è vincente. Niente da dire invece sull’organizzazione, quasi a livello di Vinitaly. Anzi, a Verona dovrebbero prendere appunti vedendo come funziona il Mercato FIVI.”
Chiudiamo con Clementina Balter, vignaiola del Trentino: “Direi molto bene. Gli spazi a Bologna sono adeguati per accogliere al meglio il pubblico e il numero sempre maggiore di vignaioli presenti. Non si vedono più i corridoi super affollati e c’è modo di potersi muovere e dialogare con calma con i visitatori. Ho visto un’ottima affluenza di pubblico nella giornata di sabato e tanti operatori del settore domenica e lunedì.”
Il Mercato dei Vini è stato, inoltre, l’occasione per rendere omaggio ai vincitori del Premio “Vignaiolo come noi”, assegnato quest’anno al capitano della Virtus e campione NBA Marco Belinelli, e del Premio “Leonildo Pieropan”, dedicato alla memoria di uno dei fondatori di FIVI e attribuito a Sergio Mottura, vignaiolo nel Lazio.
Photo credits: Michele Purin