Chiude la vendemmia siciliana: uve sane e di qualità
Uve sane e di qualità nonostante la siccità abbia messo a dura prova la vendemmia siciliana appena conclusa. Chiude con un calo medio di circa il 20% la vendemmia 2024 dell’isola, la più lunga d’Italia – 100 giorni di raccolto da Ovest a Est – caratterizzata dalla siccità ma anche dall’innovazione e capacità dei vitivinicoltori nel dare risposte efficaci e nell’adottare tecniche agronomiche in grado di governare la crisi idrica.
Una vendemmia che sarà ricordata, se non per la quantità, per l’eccellenza qualitativa, per la resilienza di alcuni vitigni autoctoni e alloctoni e per la straordinaria varietà che contraddistingue la vitivinicoltura siciliana. I vini prodotti da questa vendemmia 2024 riflettono la diversità dei territori siciliani: dai vini rossi dal profilo organolettico complesso, con una notevole capacità di invecchiamento, ai rossi dove l’altitudine o le caratteristiche del suolo esaltano freschezza e acidità, fino ai bianchi di questa annata che si preannunciano persistenti, aromatici e di qualità.
“La Sicilia del vino – commenta la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria – dimostra capacità di gestione anche nelle criticità, come l’attuale difficoltà dovuta alle limitate risorse idriche. La vitivinicoltura siciliana è capace di rinnovarsi nel segno della qualità, innovazione e nel rispetto del vino-territorio”.
Iniziata a metà luglio negli areali della Sicilia occidentale, con oltre quindici giorni di anticipo, la vendemmia si è chiusa in questi giorni nei territori dell’Etna. Positivo il bilancio dei presidenti dei Consorzi DOC e DOCG che, nonostante la siccità e il calo della quantità, confermano la qualità della produzione vinicola siciliana.
“Il bilancio conclusivo che possiamo fare dalla vendemmia 2024 – dichiara Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia – rispecchia quanto già potevamo presagire. Abbiamo avuto un calo nella produzione che si attesta intorno al 20%, dovuto sicuramente alle scarse piogge durante tutto l’inverno che non hanno permesso di rimpinguare le riserve idriche del terreno e di affrontare nelle migliori condizioni un’estate lunga e calda. La situazione, a fine vendemmia, è eterogenea nel territorio siciliano. A Nordest la quantità di uva raccolta è nella media, mentre ad Ovest le perdite sono state maggiori. Se la quantità lascia i produttori insoddisfatti, la qualità delle uve raggiunge picchi storici di eccellenza, in particolare per alcune varietà simbolo della Sicilia quali Nero d’Avola, Grillo e Frappato”.
Nell’estremo occidente, il Consorzio per la tutela del vino Marsala DOC chiude questa vendemmia con una perdita che si assesta in media al 30%. “Il Marsala di questa vendemmia sarà particolarmente unico e di qualità eccellente perché i vini base di Grillo, Catarratto e Insolia, hanno raggiunto – grazie ad una perfetta maturazione – una gradazione ottimale di quasi due gradi in più, arrivando fino a 12 gradi” – commenta il presidente del Consorzio per la tutela del vino Marsala DOC, Benedetto Renda.
A chiudere questa lunga vendemmia siciliana, sono i produttori dell’Etna. In attesa dei dati ufficiali del Sian, il Consorzio Etna Doc conferma la previsione di un +60% rispetto al 2023, lasciandosi così alle spalle il -42% della vendemmia 2023. Per il presidente del Consorzio Etna Doc, Francesco Cambria: “Dopo un periodo di siccità, la maggior parte della produzione etnea in area DOC ha goduto di leggere ma continue piogge da fine luglio, a differenza di altre aree siciliane. Ciò ha permesso alle piante di riequilibrare il proprio stato idrico. Per molti produttori la 2024 sarà un’annata decisamente interessante”.
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