Merano WineFestival: 6500 presenze e “sosteconomicità”
Una virata per tutto il settore quella impostata dal 32° Merano WineFestival, andato in scena dal 3 al 7 novembre, a partire dall’attenzione sempre maggiore verso gli operatori per i quali la rassegna sarà sempre più disegnata. 6.500 presenze totali, un numero contenuto e fortemente voluto dal patron Helmuth Köcher a conferma del suo obiettivo di rendere sempre più fruibili gli spazi per i visitatori e operatori del settore.
E, poi, un nuovo termine “Sosteconomicità”, coniato da The WineHunter per indicare il contenitore all’interno del quale i parametri della “sostenibilità” devono essere declinati. «Il concetto prezioso di sostenibilità deve essere collocato all’interno di un contesto più ampio dove chi produce rispetta la terra in ogni settore della filiera e allo stesso tempo, non rinunciando a fare impresa, immagina in questi termini il futuro della sua azienda», la sintesi di Köcher per definire quello che ci attende.
Dunque giro di boa per Merano WineFestival che fa un salto nel futuro dell’enogastronomia e della viticoltura, lanciando con una metafora un messaggio chiaro alle nuove generazioni. «Quando si parla della Terra che ci ospita, compito dell’ospite è quello di rispettare l’oste capace di mettergli a disposizione così tanta ricchezza e così tanta varietà», esordisce Köcher.
Tanti gli eventi che hanno caratterizzato la manifestazione; a partire dai dibattiti, condotti da Andrea Radic, nella cornice dei Summit “Respiro e Grido della Terra” passando per i vari workshop con la partecipazione di importanti stakeholders i quali da anni scelgono il salotto di Merano per ragionare su quale sarà il futuro della viticoltura in un contesto geopolitico e ambientale in rapida evoluzione. Come di consueto Merano WineFestival è stata, inoltre, occasione perfetta per l’assegnazione di importanti riconoscimenti nel settore enogastronomico come i The WineHunter Award Platinum, il Premio Nel Segno di Zierock assegnato a Silvano Clementi, il Premio Godio conferito a Martino Longo e il Concorso Emergente Sala che ha nominato i quattro finalisti che parteciperanno alla fase conclusiva in programma a metà maggio 2024 alla Villa Reale di Monza.
Tra i tanti momenti indimenticabili del 32esimo Merano WineFestival, sicuramente l’apertura con la rassegna bio&dynamica con i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e da agricoltura integrata sui quali Helmuth Köcher è un vero e proprio precursore e che, sempre più, si stanno ritagliando uno spazio importante nel contesto del festival, in particolare, anche per la capacità che questi prodotti hanno di esprimere la genuinità dei territori. Quest’anno Merano WineFestival ha visto in esposizione ben 160 produttori e più di 300 etichette bio&dynamica.
Quindi, il Mercato della Terra, a cura di Slow Food Alto Adige, che è stato intitolato ad Agitu Ideo Gudeta, la pastora di origini etiopi ma trentina d’adozione freddata da un suo collaboratore. Nella sala grande del Kurhaus, la serata di Gala alla quale sono state invitate 450 persone, ha visto la presenza di tanti ospiti importanti che hanno potuto assaggiare il “Freedom Blend 2014”, ovvero un grande vino della Pace dal valore simbolico perché prodotto con vitigni provenienti dall’Ucraina, dalla Moldavia e Georgia.
I numeri del Festival
6.500 presenze totali nelle cinque giornate, più di 600 espositori presenti tra Wine, Food – Spirits – Beer, 1.500 vini in degustazione, 350 etichette nella The Winehunter Area, 35 le bottiglie sciabolate, 1.750 WineHunter Awards, oltre 50 eventi tra i quali 26 Masterclass, 6 talk al summit “Respiro e Grido della Terra”, 2 presentazioni di libri, oltre a 19 chef ospiti e 2500 piatti preparati in shoowcooking e special dinner. Dimensione sempre più internazionale della manifestazione anche grazie a 120 buyer arrivati dall’estero.